Il derby giubilare è dei Pellegrini Adesso Allegri è il “Profeta”

September 22, 2025
Il calcio è come il mondo, è bello perché è vario. Alla vigilia del derby del Cupolone, l’ex capitan futuro della Roma, Lorenzo Pellegrini, era fuori dai giochi. Poi Gasperini, meno carbonaro e più aperto del solito, lo getta nella mischia e il separato in caso con la valigia sul letto, segna il gol della vittoria e torna ad essere “er Capitano” della Curva Sud. È l’anno del Giubileo, quindi porte aperte ai Pellegrini e a questa Roma che ancora una volta a corto muso vince e si piazza a un punto dalla vetta occupata dalla Juventus (mentre scriviamo il Napoli di Conte non ha ancora giocato). La Roma giallorossa vive la sua giornata di «doppia goduria», citazione social dell’ottavo re a riposo Francesco Totti, mentre quella biancoceleste laziale piange lacrime amare. Tre sconfitte in 4 partite,
4 gol fatti (tutti al Verona) e 4 subiti più un derby perso in cui le speranze restano al palo come quello su cui si è stampato il tiro di Cataldi al 95’. «Questa squadra deve smetterla di essere superficial»,
bacchetta il subcomandante Sarri che continua a girare il mestolo del paiolo bollente che gli ha rifilato patron Lotito, ma è difficile fare un buon piatto da una minestra riscaldata. Le minestre riscaldate non funzionano quasi mai. Cominciano a pensarlo anche alla Fiorentina del secondo ciclo Pioli, che finora fa peggio della Lazio dei “sarrangiamo”: 2 punti in 4 gare. Dopo il ko con il Como, stesse scene dei laziali, autodafé anche per i viola, tutti sotto la Curva, la Ferrovia perché la Fiesole come ricordiamo ha tempi di ultimazione biblici, a chiedere scusa ai tifosi. Certo,
bisogna anche fare i conti con l’avversario e allora il Como di Fabregas è una squadriglia d’assalto con un genio assoluto alla regia che risponde al nome di Nico Paz e un Addai che entra nell’ultima mezz’ora e spacca la partita con un guizzo alla “Lookmann”. A proposito il figliol prodigo nigeriano, il Lookman che sognava di accasarsi all’Inter, è tornato in campo con l’Atalanta che ha matato duro il Toro in casa sua con uno 0-3 che porta la firma del nuovo bomber della Dea, l’ex Lecce Nikola Krstovic autore di una doppietta. Con un attacco del genere Juric può ripetere i fasti dell’era del suo maestro Gasperini. Si regala uno 0-3 a Udine anche il Milan di Max Allegri che adesso viene osannato anche dai suoi storici massimi detrattori. Il conte Max ottiene pure l’indulgenza plenaria da “Don” Lele Adani che dal tinello marron della Domenica Sportiva ribadisce profetico: «Padre tempo sta operando. Siate sinceri: da quant'è che dico che il progetto tecnico di Allegri sarebbe stato un progetto idealmente vincente nei concetti, almeno da metà luglio? Da quando è arrivato al Milan». Tradotto il “leleadanipensiero”, assai diffuso nella grande chiesa dei pensatori solo con i piedi, è: si vede la mano dell’allenatore. Il vero padre tecnico e spirituale di Allegri, il “Profeta” Giovanni Galeone da sempre sostiene che «in C un tecnico può incidere sulla squadra anche per il 50%, in B il 30%, in Serie A non più del 20%». Provate a smentirlo. © riproduzione riservata

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