Allegri, l'Acciuga ora fa il pallone. Pioli "is on fire" bruciato dal suo Leao

Il microfilm della settima di campionato di Serie A
October 21, 2025
Allegri, l'Acciuga ora fa il pallone. Pioli "is on fire" bruciato dal suo Leao
Il tecnico del Milan capolista Max Allegri abbraccia l'allenatore della Fiorentina ed ex rossonero Stefano Pioli (ANSA)
Che le acciughe fanno il pallone ce lo aveva già detto, in musica e parole, il poeta genoano "Faber", Fabrizio De André. “Acciuga” è il primo soprannome di Max Allegri, diventato il “conte Max” a Pescara sotto l’egida del suo secondo padre, il “Profeta” dell’Adriatico Giovanni Galeone. Sei scudetti vinti in carriera, il 18° del Milan nel 2011 e poi i 5 di fila alla Juventus, questa la bacheca personale del conte Max. Il “settebello” tricolore vorrebbe tanto calarlo in questa sua seconda era milanista, in cui, a sorpresa, proprio alla settima di campionato si ritrova da solo al comando della classifica. Un solo punto davanti al trittico delle pretendenti: il Napoli campione in carica di Conte, l’Inter che in attesa del miglior Lautaro manda in gol baby Bonny, e la Roma di Gasperini che all’Olimpico perde lo scontro diretto con la Beneamata di Chivu. Dopo aver bucato la prima, sconfitta a San Siro con la Cremonese, il Milan di Allegri ha centrato 5 vittorie e un pareggio, quello dell’ex contro la Juve. Il primato lo conquista contro la Fiorentina, grazie a due lampi del ciondolone indolente Leao che, come fece Galeone con lui, il conte Max ha preso in custodia personale. E il portoghese lo ha ripagato con una doppietta di quelle che fanno impazzire l’Acciuga livornese: tiro radente da fuori area e il rigore vincente trasformato con la freddezza del campione, che ancora non è, ma magari lavorandoci allegramente potrebbe tornare sui livelli del Milan scudettato di Stefano Pioli.
L’ex tecnico, ora condottiero sciagurato della Fiorentina ultima in classifica (con Genoa e Pisa), nella notte di San Siro ha riabbracciato Ibrahimovic e il suo pupillo Leao rimpiangendo il tempo in cui la Sud intonava “Pioli is on fire”. Pioli bruciato dalla sua ex creatura. Fiorentina vittima di un rigorino regalato a Gimenez, degno epigono della bassa scuola dei simulatori, e Pioli a forte rischio esonero, perché 3 punti con 4 ko in sette gare non erano certo nei piani del patron Rocco Commisso. Il ds viola, Daniele Pradè, per ora blinda Pioli, bolla il rigore per il Milan «scandaloso» e con un colpo di teatro, poco credibile, fa autodafé: «Se c'è uno da esonerare, quello sono io» . Dopo 5 pareggi di fila e una sconfitta, la prima stagionale a Como, anche alla Juventus si parla di esonero. Igor Tudor è affondato sul Lago già alla vigilia, quando ha evitato di citare Fabregas, chiamandolo «l’allenatore del Como», il quale quasi fosse un Guardiola Igor il terribile rivendica che «ha potuto comprare tutti i giocatori che voleva». Fabregas ha dietro una società facoltosa, ma in campo schiera molti giovani sconosciuti, e non strapagati come quelli della Juve, che in campo fanno vedere cose da Paz, come il Nico argentino che è il bello di questa Serie A. Unica imbattuta della Serie A (e assieme al Bayern Monaco anche in Europa) resta l’Atalanta di Juric che con la Lazio infila il 5° pareggio ma solo perché sbatte contro il palo e un pizzico di sarrismo atto II che è diventato sinonimo di “sarrangiamo” e di “sarracinesca” Provedel.

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