venerdì 12 agosto 2022
Quando ha varcato il portone della comunità Pinocchio di Brescia, sapeva che quello era l'ultimo tentativo. Un tentativo disperato per capire se poteva esserci un'alternativa a una vita di eccessi e di sofferenza, trascorsa in compagnia di altri che come lui non ce la facevano proprio a smettere. L'ultimo, pochi mesi prima, l'avevano trovato una mattina senza vita nella toilette di un treno. Poche settimane fa, Fabrizio ha raccontato la sua storia davanti a centinaia di persone cominciando il suo intervento con la parola “gratitudine”: in quel luogo non aveva trovato una ricetta, ma un abbraccio. 26 anni, 12 di tossicodipendenza, 48 chili. Comincia un cammino tutto in salita accompagnato dagli educatori della comunità, ci vuole molto tempo per maturare la consapevolezza che la droga era stata la risposta sbagliata a una domanda giusta: cosa mi può rendere davvero felice? La ripartenza è diventata possibile quando si è accorto di essere accolto non come uno “sfortunato”, ma come qualcuno che cerca il compimento di sé. E ha capito che l'obiettivo non sarebbe più stato semplicemente non ricadere nella droga, ma vivere una vita all'altezza del desiderio del cuore. Fino a distogliere lo sguardo da un falso infinito per volgerlo a Colui che gliene offriva uno capace di colmare la sua sete.
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