Una frase che non diventa virale ma che può far bene leggere
venerdì 29 giugno 2018
Le ultime nomine disposte da papa Francesco, la visita in Vaticano del presidente Macron e il suo gesto fuori protocollo, i profili dei nuovi cardinali, le voci ecclesiali pro e contro il governo, e naturalmente l'eliminazione della Germania dai mondiali di calcio... ma d'improvviso la cosa più significativa che ho letto in Rete nelle ultime 48 ore mi appare una frase attribuita a don Tonino Bello. La riporto per intero: «Non c'è bisogno di sacralizzare con l'acqua santa per rendere sacre le cose. E anche quando vi comprate la macchina nuova. Io sono convinto che quando sarete usciti dalla macchina perché avete accompagnato uno all'ospedale che non aveva la possibilità, e la mamma di quel bambino vi dice “Dio ti benedica”, quella benedizione vale più dell'altra che vi può dare un parroco o il vescovo, o addirittura il Papa».
Con l'avvicinarsi dei riposi estivi molti, anche in una prospettiva di spiritualità cristiana e non solo di ecologia della mente, sui loro blog e sui loro profili social propongono e si propongono una frequentazione ridotta, se non addirittura nulla, della Rete. Hanno le loro buone ragioni. E tuttavia, a computer spento, non avrei potuto godere dell'improvvisa serenità che mi invade grazie a questa idea: che un gesto di amore per il prossimo può aggiungere agli oggetti di cui ci serviamo per compierlo una sacralità ben più profonda di qualsiasi azione rituale. Certo, avrei potuto leggere questa frase in un libro, se l'avessi scelto bene. Avrei potuto sentirmela dire da un vicino di ombrellone, da un cameriere in pizzeria o da un provvisorio compagno di strada su un sentiero di montagna, se avessimo avuto abbastanza tempo per riconoscerci come battezzati. Invece mi ha raggiunto tramite la Rete, e con un po' di fatica ritrovo anche il profilo Facebook su cui l'ho letta: è quello di Ottavio Cembalo, che ne ha ricavato quindici like (compreso il mio) e un love. Per una volta, nulla di virale. Piuttosto, qualcosa di salutare.
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