Un avviso alle porte della chiesa: dalla Rete alla prassi e ritorno
domenica 6 agosto 2017
Lilli Genco, Bruno Mastroianni e Alessandro Palermo, tre amici digitali con i quali condivido parecchie passioni, hanno appena postato su Facebook, più o meno contemporaneamente, la foto di un avviso affisso all'ingresso della chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie a Lucera (Foggia). Si tratta di un decalogo “sovversivo”, in base a un principio d'accoglienza, delle regole che abitualmente disciplinano l'abbigliamento e il contegno di chi accede a un luogo sacro: «Entri chi ha il cuore in tempesta, seppur in pantaloncini», recita l'articolo 1, e così via.
Non si sa se uno dei tre (Lilli Genco?) si è trovato a Lucera e l'ha fotografato, o se l'ha ricevuto, o vi si è imbattuto a sua volta in Rete. A tutti loro piace l'idea e ne guadagnano molte reazioni positive (oltre a qualche commento avverso): in periodo estivo la questione è d'attualità. Quanto alla parrocchia che lo espone, dichiara sulla propria pagina Facebook che è la più grande della diocesi, è frequentata per la maggior parte da giovani e da giovani coppie e «si propone, come ogni chiesa, di evangelizzare, di far arrivare quanto più possibile la Parola del Signore» (il parroco, don Ciro Miele, è anche un giornalista, e si vede).
Ma chi avrà redatto quel decalogo? Lancio qualche stringa sui motori di ricerca e trovo che la paternità è di Marco Pappalardo, che lo pubblicò nel 2016 su “Vino Nuovo” ( tinyurl.com/y6wkohtv ) e altrove con l'auspicio di leggerlo, «davvero o paradossalmente, sulle porte delle chiese». Il tema è un evergreen tra le questioni pratiche pastorali (specie allorché le cronache segnalano divieti particolarmente arcigni), tanto che già nel lontano 2000 Luigi Accattoli dedicava alla «longeva stoltezza di sviare la gente dalle chiese» una puntata della neonata rubrica «Io non mi vergogno del Vangelo» su “Il Regno” ( tinyurl.com/yct5jvo7 ). Certo che un conto è parlare del problema in Rete e desiderare un certo tipo di atteggiamento, un conto è leggere “davvero” parole così accoglienti mentre si sta sulla soglia della casa del Signore.
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