domenica 4 giugno 2006
Lo Spirito Santo, secondo me, è l'intensità di Dio. È Dio rivelato nella sua forza e nella sua intensità. Amo molto le parole di s. Caterina da Siena: «La mia vita è infiammata». Penso che ogni vita debba essere infiammata e cercare l'intensità. La vita non è preziosa se non diventa una stella, un fuoco. «Intensità» è una parola forse ancora abbastanza usata, ma assente nella vita delle persone. Ciò che domina, infatti, ai nostri giorni è la leggerezza, la superficialità, il minor coinvolgimento possibile, la fiacchezza. L'intensità è, invece, adesione, impegno, energia, vigore, passione. È per questo che l'autore spirituale francese André Gouze nel passo tratto dal suo Chant du coeur vede nello Spirito Santo l'emblema efficace dell'intensità. È appunto la fiamma ardente e brillante il simbolo della Pentecoste. Lo Spirito, se attraversa una vita, la infiamma, come confessava appunto s. Caterina. Quando si vedono giovani che si trascinano per ore da un luogo all'altro, apatici, volgari, senza meta, o quando si hanno di fronte anziani privi di interesse e curiosità, il cui unico impegno è quello di "ammazzare il tempo" o, ancora, quando si scopre la frenesia di molti che si muovono ininterrottamente ma solo per esorcizzare il vuoto che hanno dentro, allora si riesce a capire quale sia la vera malattia dell'anima. È il non avere più lo Spirito di Dio, quello che ti rende stella o fuoco, cioè ti fa vivere appassionatamente, illuminando e riscaldando l'orizzonte gelido e amorfo in cui si è immersi. Per fortuna ci sono anche oggi uomini e donne pieni dello Spirito di Dio che ci mostrano la vera intensità della vita così da creare in noi, ingrigiti e imbolsiti, il fremito dell'anima.
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