domenica 22 agosto 2004
Semplicità, figlia facile della felicità!/ Sorgi dalla vita come il sole di ogni giorno/ sorge dall'Oriente./
Tutto trovi buono, bello e utile/ come te, come il sole./ Semplicità pura,/ sorgente del prato tenero della mia anima,/ profumo del giardino segreto della mia anima,/ canto del mare calmo della mia anima,/ luce del giorno sereno della mia anima! In un mondo sempre più complicato e complesso, dove è difficile mettere i piedi perché corri il rischio di inciampare, è forse necessario intonare questo inno alla semplicità. Ce lo propone, in versi dolci e intensi, un importante poeta spagnolo, Juan Ramón Jiménez (1881-1958), Nobel 1956 della letteratura, vissuto prevalentemente in America, a Puerto Rico. Spesso si confonde la semplicità con la semplicioneria, la dabbenaggine e la credulità: certo, esiste anche questo rischio. Ma la genuina semplicità è naturalità, limpidità, chiarezza, schiettezza, franchezza. È sobrietà nel dire e nel fare, è purezza di spirito e, alla fine, è pace e gioia interiore. Ai nostri giorni sembra imperversare, da un lato, l'artificiosità o l'affettazione e, d'altro lato, la superficialità che è solo una scimmiottatura della vera semplicità. Si ha, così, o il parlare oscuro e supponente o la chiacchiera e il vaniloquio. Invece, come indica Jiménez ribadendo quasi ritmicamente l'espressione "mia anima", la semplicità autentica è specchio di un'anima trasparente, nitida, serena che irradia attorno a sé la sua luce. Cerchiamo, quindi, di conquistare questa qualità dell'anima, che è simile alla luce del sole, all'aria, all'acqua, realtà semplici e immediate, ma guai a non averle!
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