Se i fedeli in cerca di autogestione non la trovano neppure in Rete
mercoledì 13 maggio 2015
Sull'ultimo numero della rivista “Il Regno” (dunque su un mezzo che viaggia più sulla carta che nella Rete) Luigi Accattoli confessa «Sono in lite con il blog ma non mollo», alludendo al blog d'autore che ha aperto nove anni fa, e subito precisa: «Non è stanchezza ma sapere che farne». Il pezzo, lungo e argomentato (http://tinyurl.com/q6lvges ), mi ha suscitato molto interesse, anche perché in questa rubrica “Avvenire” mi ha dato il compito di compiere un quotidiano sopralluogo al cantiere-Chiesa che si costruisce sul web, e la carpenteria di quel blog mi pare tra le migliori. Non meno appassionanti ho trovato le reazioni del blog stesso (dove Accattoli ha evidentemente riportato l'articolo), che ho letto per intero (91 commenti, riconducibili però a 16 autori: http://tinyurl.com/q5wdfxj ).Quella di Accattoli è una confessione, e dunque contiene molti elementi personali, che sarei presuntuoso a voler riassumere qui in una riga, avendovi l'autore dedicato due pagine fitte. Ma tra quelli meno personali segnalo la difficoltà che vedo centrale, nonché condivisa da altri blog, di giornalisti di religione e non: «Il dialogo con i visitatori mi tira a questioni che non sono mie e non vorrei trattare».La segnalo perché, tra i commentatori/trici, uno/a, che si firma Sara1 e che mi pare intellettualmente molto onesta, risponde con la pirandelliana tesi secondo cui i commentatori del blog, come i sei personaggi in cerca d'autore, han preso vita autonoma. E spiega il fenomeno così: «La realtà è che noi fedeli non siamo capaci di costruirci uno spazio autogestito per proporre temi che siano di interesse comune». Se questa domanda è reale, non credo che la risposta possa essere solo in capo alla Rete (che però può fare la sua parte) e ai mediatori-giornalisti: riguarda l'intera Chiesa e i mediatori-chierici. Sapendo, come scrive Simone Sereni nel saggissimo commento n. 90, che il confronto con le persone non è mai lieve e richiede tanto tempo: «In tutte le dimensioni della vita», Chiesa compresa.
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