Scorrendo un profilo Facebook religioso ma poco trasparente
domenica 23 ottobre 2022
Il profilo Facebook di Graziella Parisi ( bit.ly/3N1Mc5d ) è molto parco di informazioni sulla sua titolare, almeno con chi non ne diventa amico digitale. In breve: sappiamo solo che è nata l’8 marzo 1981 e che, a giudicare dalla foto scelta per il profilo, veste l’abito religioso. Nell’immagine di copertina compare invece un rosario, poggiato su un libro aperto: scritto in lingua inglese, potrebbe essere una Bibbia. Apprendo dell’esistenza del profilo di Graziella Parisi da una collega: mi segnala che da esso partono offerte di “catechesi” su Messenger, due volte al giorno. Anche il diario di Facebook contiene messaggi, non troppo frequenti, a sfondo religioso, ma è difficilissimo ricondurli a una qualsiasi matrice, ecclesiale o anche solo spirituale. Vari post e cartelli sono introdotti da «La parola di Dio dice» o più semplicemente «Dio dice», tuttavia i testi che seguono non sono scritturistici; provengono piuttosto, mi fa sapere la Rete, da opere riconducibili alla vasta e frastagliatissima area delle Chiese libere evangeliche, come “La parola quotidiana di Dio” edito dalla cinese “Chiesa di Dio onnipotente” ( bit.ly/3CV7KvG ). Altri post portano riferimenti mariani, talvolta rinviando a pagine dedicate come “La luce di Maria” ( bit.ly/3TKEuyx ), di dichiarata ispirazione medjugoriana, talaltra a pagine, come “Gesù e Maria” ( bit.ly/3yZMSCk ), la cui ragion d’essere pare solamente ottenere un «Amen» nei commenti. E di «Amen» sono ricchi anche i commenti ai post di Graziella Parisi, dove tuttavia compaiono anche più elaborati testi o immagini di devozione religiosa, nonché richieste di preghiere. Gli utenti in ogni caso non se mbrano dubitare del fatto che Graziella Parisi esista (in più di 100 le fanno gli auguri per il compleanno) e che sia una suora: lo si deduce dai ringraziamenti di chi ne ha chiesto e ottenuto l’amicizia, ottenendo talvolta uno standardizzato «grazie cara» di risposta. Dal canto mio, sono portato a ipotizzare che “Graziella Parisi” non sia una suora e neppure una donna reale, e che il poco trasparente profilo che porta questo nome non sia finalizzato a nutrire la fede e la spiritualità delle persone che avvicina, ma piuttosto a generare, con pretesti religiosi, una buona quota di traffico digitale utilizzabile a fini commerciali. Sperando di essere smentito... © riproduzione riservata
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