Schiavone è tornato Giallini? Meno rude
giovedì 18 marzo 2021
Il mare dei Caraibi anziché la Valle d'Aosta. L'inizio della nuova serie di Rocco Schiavone (ieri sera su Rai 2) ha lasciato per un attimo spiazzati. Ma era solo un espediente per ricordare che il burbero vicequestore trasteverino spedito per punizione ai piedi delle Alpi ha sulla coscienza l'omicidio e l'occultamento del cadavere dell'assassino della moglie. Ormai lo sappiamo, Schiavone non è uno stinco di santo, conserva amicizie discutibili e vizi non propriamente legali, oltre a metodi di indagine poco ortodossi e all'uso di un linguaggio rozzo. È un uomo cinico e sarcastico, ma con un grande intuito nel risolvere i casi di omicidio. Di certo con lui la vita non è stata tenera, lo ha segnato profondamente. Ma sotto la dura scorza si nasconde qualcosa, un sentimento, se non altro quello per la moglie Marina, di cui lamenta spesso la mancanza e che ritorna in forma di presenza-sogno. Insomma, il personaggio nato dalla penna di Antonio Manzini non è cambiato. La fuga Oltreoceano serviva solo ad attendere che certe acque si calmassero. Dopo di che, in compagnia dei suoi demoni interiori, dell'immancabile loden e delle polacchine ai piedi, rieccolo nella gelida e questa volta piovosa Aosta a caccia di assassini e di bande criminali con la medesima caparbietà da poliziotto rude e implacabile. Anche se in questa quarta stagione, composta da due episodi (Rien ne va plus e Ah l'amore, l'amore), Schiavone, pur mantenendo la sua spigolosità, appare per certi versi un po' limato. Il personaggio ne guadagna, mentre Marco Giallini, che sembra assomigliarli davvero, si conferma l'interprete giusto. Accanto a lui, sotto la guida del regista Simone Spada, si muovono gli sgangherati componenti della sua squadra con il compito anche di alleggerire la tensione (si veda, ad esempio, il maturo poliziotto innamorato della vicina di casa). Lo stesso dicasi per Alberto (Massimo Reale), il medico legale che fa le autopsie mentre mangia, il toscanaccio che si contrappone al romanaccio a colpi d'ironia con un vocabolario senza remore.
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