
Scoperta straordinaria: una scatola zeppa di centinaia e centinaia di negativi. Il giovane che la acquistò per pochi dollari da un rigattiere di Chicago, subito dopo, spinto dalla curiosità, portò a sviluppare buona parte di quei negativi. Capì presto di avere messo le mani su un tesoro. Quando si decise a condividere su internet quelle immagini (erano scorci di strade, porzioni di cielo, tanti scatti rubati di passanti e di animali) la reazione entusiastica di chiunque li vedeva gliene diede la conferma. Il nome di lui è John Maloof, quello della misteriosa autrice delle fotografie, Vivian Maier. Grazie al suo scopritore, e al film che dalla scoperta ha tratto, la storia di questa donna strana e solitaria, famelica di fotografare tutto, lei che di professione era bambinaia, fotografa solo di nascosto, ha fatto il giro del mondo. Per caso mi trovavo a New York nel 2013, poco prima che il film su Vivian Maier uscisse. Vidi esposti in una galleria d’arte vicina al Central Park alcuni suoi scatti, riflessi di quello sguardo limpido ma furtivo, di quel suo occhio d’artista che sbirciava rapido, e arguto e innamorato immortalava. Erano sensazionali, e tutto lasciava prevedere il successo di quella incredibile storia.
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