Eravamo in 10 pronti all'avventura. Poi la paura arrivò...
lunedì 28 ottobre 2019

Eravamo in dieci e nulla poteva spaventarci. È l’incipit di questo albo dal formato orizzontale, che accompagna con parole e immagini l’avventura notturna di un nutrito gruppo di ragazzini che una sera d’estate organizzano un’uscita non proprio autorizzata per esplorare l’isola in cui si trova il loro collegio. C’è buio, il manipolo di arditi si dispone in fila indiana e si avventura attraverso i sentieri che portano alla spiaggia. Però qualcuno inizia a dare forfait: Martino è stanco e si ferma per un pisolino. Niente paura, i ragazzini restano in nove, giovani e forti, felici e intrepidi in comitiva verso l’ignoto.

Senza paura. Peccato che pure Manolo ceda a metà strada. E così si resta in otto. Di pagina in pagina l’entusiasmo iniziale mostra continue diserzioni, anche se il coraggio complessivo sembra non essere intaccato dalle ombre e dai rumori del buio che qualche brivido in realtà lo danno, sebbene ci sia la bellezza del cielo stellato a rincuorare gli animi. Ma, man mano che si perdono i pezzi anche il coraggio collettivo comincia a venir meno, perché solo la moltitudine e l’unità di intenti fanno la forza. Di ritornare sui propri passi non se ne parla, eppure tra i resistenti s’insinua un filo di paura. E allora il lettore capisce che l’avventura si complica e ha i minuti contati. Impossibile raccontare oltre, per non togliere suspense alla conclusione. Un vero colpo di teatro, pieno di humor. Pubblicato dall’editore L’ippocampo (15 Euro), Eravamo in dieci è il primo libro per bambini dell’illustratrice francese autrice di fumetti Nine Antico. Nei risguardi la schiera degli intrepidi ragazzini, illustrati e identificati dal proprio nome ma rappresentati con il volto vuoto, senza lineamenti. Chissà poi perché. Dai 5 anni

L’orsetto più amato (edizioni Nord-Sud; 12,90 euro) rappresenta una di quelle storie che potremmo chiamare circolari, in cui inizio e fine in qualche modo si sovrappongono. Si racconta di tanti anni fa, quando la piccola Mary con i risparmi del suo salvadanaio compera un orsetto di peluche che chiama Growly Bear, perché quando lo si capovolge emette un verso che assomiglia a un ringhio, una specie di “growl”. Sotto le zampe la mamma di Mary ricama una G e una B. Bambina e orso diventano inseparabile, senonché un maledetto giorno Mary lo perde in treno.

Finito nell’Ufficio oggetti smarriti, sotto una montagna di cose dimenticate e poi messo all’asta, l’orso viene acquistato dal papà di Ronnie che entusiasta del nuovo amico lo chiama Felicity Bear e lo tiene con sé per anni. Finché considerata l’età cresciuta del figlio, il papà di Ronnie vende il peluche al negozio dell’usato, dove altri bambini lo adocchiano. Come si è capito Growly Bear alias Felicity Bear passa di mano in mano, patendo anche sul proprio aspetto il trascorrere del tempo. Come in ogni favola che si rispetti, però, le coincidenze giocano un ruolo fondamentale che assicurano un finale confortante per il piccolo lettore, perché perdere il proprio peluche del cuore è quanto di peggio possa capitare. Dai 3 anni

Dai ponti più alti della nave da crociera alla cabina di comando dell’aereo che viaggia a 10 mila metri di altezza, dalla mappa della Stazione aerospaziale internazionale che gira oltre 16 volte al giorno attorno alla Terra alle stazioni dove c’è un gran viavai di treni pendolari, di treni ad alta velocità, e treni merci. Si viaggia per cielo, per terra e per mare con la forza delle immagini con Il grande libro dei trasporti (ElectaKids; 6,90 euro).

Tavole illustrate a colori e a tutta pagina da Giuseppe Orlano presentano luoghi come la stazione, il porto e l'aeroporto, la torre di controllo e la stazione aerospaziale che da sempre appassionano i più piccoli. In questi spazi si muovono treni e viaggiatori, prendono il largo grandi navi e aliscafi, decollano i bolidi del cielo e persino le navicelle spaziali: tutti visti da vicino, dall’esterno e nell’interno, a tutto tondo e in sezione, senza più segreti. Una miniera di dettagli, di nomi, lavori e tecnologie e mondi da esplorare. E poi sognare di viaggiare sul serio. Dai 5 anni

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