Giornata della Memoria / Il coraggio e l'amicizia contro violenza e indifferenza
lunedì 20 gennaio 2025

COSÌ SIAMO DIVENTATI FRATELLI. L’AMICIZIA CHE SALVÒ SAMI E PIERO. SAMI MODIANO CON MARCO CAVIGLIA; MONDADORI; 17 EURO

“Il giorno in cui sarei dovuto morire ho conosciuto Piero”. Chi conosce anche solo pochi dati della vita di Sami Modiano e Piero Terracina, entrambi ebrei, entrambi sopravvissuti alla deportazione nel campo di Auschwitz-Birkenau, può immediatamente immaginare lo scenario che si apre con l’attacco lapidario di questo libro dedicato da Sami all’amico fraterno con il quale ha condiviso, citiamo l’esergo, l’abisso e la rinascita. Il giorno era uno gelido e grigio dell’autunno del 1944, quando Sami, quattordici anni, già destinato alla camera a gas, per uno strano caso del destino - un treno in ritardo e un errore degli aguzzini nazisti - ha avuto salva la vita ed è stato dirottato in un altro settore del campo, dove ha incontrato Piero, sedici anni. Entrambi uniti dall’adolescenza, dalla lingua italiana, dalla fame, dal freddo, dalle fatiche del campo e dal dolore di aver perso tutta la propria famiglia in quell’inferno, sono diventati fratelli. Appoggiandosi l’uno all’altro, rappresentando l’uno per l’altro l’unico briciolo di umanità indispensabile per sopravvivere. Una amicizia la loro, una fraternità che è stata un’ancora nella solitudine e nella disperazione. E un conforto per tutta la vita. Questa è la loro storia di fratelli nella sofferenza e nella testimonianza. Da leggere, da raccontare a chiunque per tenere viva la memoria, perché nessuno come dice Sami Modiano ai giovani lettori, debba vivere l’orrore che è capitato a lui, a Piero e ad altri milioni di persone innocenti. Dai 13 anni

IL CIELO ERA NOSTRO. LIZ KESSLER; GIUNTI; 18 EURO

Prendendo a prestito Primo Levi potremmo definirla una storia di salvati e di sommersi, in ogni caso straziante, che ci riporta agli anni bui della seconda Guerra Mondiale, del nazismo, delle persecuzioni e delle deportazioni. Liz Keller racconta un romanzo a tre voci dai risvolti autobiografici, ispirato all’infanzia del padre che nel 1939 era riuscito a fuggire dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti e mettersi in salvo con la famiglia, ma anche alle vicende di altri familiari ebrei, una prozia morta ad Auschwitz e la nonna passata per Theresienstad. Elsa, Leo e Max, protagonisti della storia sono bambini spensierati nell’Austria del 1936 che da lì a due anni sarebbe stata annessa alla Germania nazista, coronando il sogno di Hitler. Ma già l’antisemitismo, che nel 1938 degenerò in violenze e persecuzioni, era un virus ben radicato. I tre bambini, che condividono la scuola e tempo libero in allegria, si giurano amicizia eterna, sognano una vita lunga insieme a Vienna mai immaginando che l’arrivo dei nazisti, con l’Europa travolta dalla guerra e preda di un male assoluto, li avrebbe separati. Leo ed Elsa fuggono prendendo strade diverse in cerca di una vita nuova, sempre chiedendosi come ebrei di che colpa si sono macchiati. Max, plagiato da un padre che diventerà un pezzo grosso delle SS finisce per essere trascinato nelle fila della Gioventù Hitleriana. Il destino intesse il resto della storia intrecciando di nuovo le tre esistenze in modo prepotente e commovente fino alle lacrime, mostrando la forza dei legami familiari e dell’amicizia, il valore di chi ha resistito nella propria umanità ma anche dove possono portare le folli ideologie, l’odio e l’obbedienza cieca, l’irresponsabilità e l’indifferenza. La banalità del male. Dai 13 anni

IL RIBELLE E IL SOLDATO. IL ROMANZO DEI PIRATI DELL’EDELWEISS. DIRK REINHARDT. LAPIS; 14,50 EURO

È l’incontro fatale che dà vita alla storia di questo romanzo, collegando passato e presente a due voci. Quello nel cimitero di Ehrenfeld, quartiere a ovest di Colonia, tra il vecchio Josef Gerlach, ragazzo ai tempi della seconda Guerra Mondiale e il sedicenne Daniel, uno in visita alla tomba del fratello militante nelle SS, l’altro a quella del nonno. I due non si conoscono ma per una strana alchimia s’instaura tra loro istintivamente un legame intenso di cui solo al termine del romanzo si conoscerà la ragione. E quando il vecchio Gerlach consegna a Daniel il suo diario, racconto dei quattro anni più tremendi della storia della Germania e d’Europa, emergono pagine di cronache drammatiche a partire dal 1941 di un gruppo di ragazzi che si rifiuta di partecipare alle attività della Gioventù hitleriana per unirsi ai “Pirati dell’Edelweiss”. Dirk Reinhardt, giornalista con un dottorato in Storia, si è ispirato a fatti storici poco conosciuti, emersi dalle testimonianze degli ultimi sopravvissuti dei Pirati, ma che hanno avuto un ruolo importante nella Germania nazista. Si è trattato di una banda affiatata di antieroi, all’inizio poco interessati alla politica, diventati eroi loro malgrado man mano che il nazismo mostrava il suo volto più violento. Ribelli dai 14 ai 17 anni dai capelli lunghi e abiti vistosi, una sorta di hippy ante litteram, adolescenti anticonformisti, desiderosi di divertimento e libertà, decisi a combattere chiunque volesse soffocarla, finirono poi per organizzare e pagare sulla propria pelle azioni di disturbo e sabotaggi, distribuzione di volantini sovversivi paracadutati dagli inglesi. Vivendo alla giornata, spesso in situazioni di fortuna, coltivando l’amicizia, l’altruismo e il coraggio nel Paese culla del nazismo dove i praticavano l’obbedienza fanatica, la sottomissione e l’indifferenza. Dai 14 anni

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