Da Trieste al Sudafrica in cerca di mio padre
lunedì 7 giugno 2021

Sono i primi di marzo del 1953 quando Nicolò s’imbarca come cameriere a Trieste sulla motonave “Europa” che fa servizio fino a Città del Capo, l’estrema punta dell’Africa. E lo fa all’insaputa dello zio Franco che da tre anni lo ha accolto come un figlio a Trieste, dove manda avanti un’osteria. Sono stati i nonni a mandarlo li da Lussino, un’isoletta della Croazia che era italiana ma dopo la seconda guerra mondiale era passata alla Jugoslavia e per gli italiani la vita aveva cominciato a non essere per niente facile. Soffre il mare, Nicolò, ma è determinato ad affrontare quel viaggio, che certo non sarebbe stato uno scherzo, per mettere fine alla propria inquietudine. Da tempo ha un solo pensiero in testa, ritrovare vivo suo padre, fatto prigioniero in Africa durante la guerra e dato per disperso in seguito all’affondamento del piroscafo Nova Scotia.

Ha solo quindici anni Nicolò, ma mentre la nave salpa sente che quella è la mossa giusta da fare, che troppe cose gli sono state taciute o nascoste, per quanto a fin di bene, e che “certe volte bisogna entrare nell’occhio del ciclone per uscirne vivi”. Andare via, per salvarsi, per trovare risposta a una domanda che non lascia tregua. Il viaggio è denso di incontri, ci sono i compagni di lavoro, i superiori, non sempre comprensivi, e c’è Susanna una sorprendente ragazzina con gli occhi verdi, piena di domande e di brio con cui guardare le stelle. E infine ci sono gli scali sulla costa sudafricana e la ricerca caparbia e spasmodica di Alfredo D’Este, suo padre. Con Un pinguino a Trieste (Bompiani; 13 euro) Chiara Carminati allestisce con maestria un romanzo di crescita che intreccia avventura e Storia in un racconto di ingenuità al confine con il coraggio, avvincente e pieno di emozioni, che vorresti non finisse mai. Che cosa c’entri in tutto questo un pinguino in quel di Trieste dovrà essere il lettore a scoprirlo. Dai 13 anni

Per decenni si è goduto una vista spettacolare a 360 gradi su Parigi, poi in una sera di primavera, il 15 aprile del 2019, da quella guglia della cattedrale di Notre-Dame su cui troneggiava è salito un filo di fumo. Dopo poco il tetto andava in fiamme, la guglia collassava e lui, il gallo di rame della banderuola, un simbolo per la Francia, è precipitato.

Tutti pensavano si fosse perso, fuso dalle fiamme, invece un restauratore lo ha trovato in un cumulo di macerie, sano e salvo, ammaccato ma ristrutturabile. Su questa notizia di cronaca Géraldine Elschner costruisce con Il Gallo di Notre-Dame (Jaca Book; 15 euro) una favola in cui è lo stesso gallo, il cui cuore batte per la bella gallinella Esmeralda, a raccontare la propria terribile avventura, che le suggestive illustrazioni di Rémi Saillard seguono passo passo, fortunatamente a lieto fine. Dai 5 anni

Con L’ombra di ognuno, già vincitore di una menzione al Bologna Ragazzi Award e primo volume di una serie di tre titoli, l’editore Camelozampa fa conoscere ai giovani lettori italiani l’autrice belga Mélanie Rutten. È una storia piena di tenerezza che racconta di desiderio e paura di crescere, di legami messi alla prova, ribellione, solitudine e separazione. Protagonisti un cervo e un coniglietto, un bambino arrabbiato, armato come un soldato, un gatto, un libro e un’ombra silenziosa che aleggia su tutto; sono personaggi fragili, ciascuno in preda a un’ansia, l’ombra che insiste su ogni esperienza di vita. Mélanie Rutten racconta, dentro un mondo colorato, realizzato ad acquarelli con grande maestria, esistenze che si incrociano ciascuna con il proprio cruccio attraverso un incontro fatale e rigenerante. Dove insieme si scopre che le difficoltà e le paure si superano facendo squadra. È comunque una storia complessa questa, che si presta a diversi gradi di lettura, anche a quello zero di cui sono capaci i più piccoli, attraverso la lettura ad alta voce di un adulto, ma soprattutto attraverso lo sguardo sulla bellezza avvolgente di ogni pagina. Dai 5 anni

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