Ritocchi alla remunerazione
giovedì 30 marzo 2006
L'Assemblea generale della Cei, in programma il prossimo maggio, prenderà in esame, tra vari temi relativi al sacerdozio, anche un aggiornamento del sistema di sostentamento del clero italiano. Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale, nel corso della sessione primaverile tenuta la scorsa settimana a Roma, ha tuttavia anticipato alcune modifiche di minor rilievo, ma non meno interessanti per i sacerdoti beneficiari, relative ai meccanismi di calcolo della remunerazione. Si tratta dell'incremento di due punti da attribuire alla remunerazione che spetta ai parroci in condizioni disagiate, a causa della conduzione contemporanea di più parrocchie. La revisione delle maggiorazioni per il ministero esercitato in condizioni difficoltose si traduce in un aumento, sulla remunerazione mensile lorda, di 23,14 euro. Il numero di questi sacerdoti rappresenta un fenomeno sempre più rilevante sullo sfondo del generale invecchiamento del clero italiano. Il secondo provvedimento, approvato dal Consiglio Permanente, riguarda il punteggio aggiuntivo affidato all'attribuzione discrezionale dei vescovi. Il sistema del sostentamento prevede la possibilità di assegnare un certo numero di punti (ciascuno del valore di 11,57 euro mensili lordi) per tener conto di casi particolari riguardanti i sacerdoti della diocesi. Questo specifico punteggio può essere riconosciuto solo a favore dei sacerdoti secolari che si trovano in condizioni di particolare onerosità. Sono in ogni caso esclusi, indipendentemente dalle loro condizioni ministeriali, i sacerdoti membri di ordini religiosi, oltre ai vescovi diocesani e a coloro che, per diritto, sono ad essi equiparati. Le nuove misure economiche rappresentano un segno di particolare attenzione verso le maggiori difficoltà incontrate oggi dai sacerdoti italiani nell'esercizio del ministero. A livello centrale, si traduce in un onere complessivo per il sistema di sostentamento di 7 milioni e 300 mila euro. Sacerdoti stranieri. Dopo un periodo sperimentale durato tre anni, sono stati approvati in via definitiva i diversi tipi di convenzioni relative alla presenza di sacerdoti stranieri in Italia, nell'ambito della cooperazione missionaria tra le Chiese. Le convenzioni riguardano i presbiteri diocesani provenienti da territori di missione (attualmente 95 sacerdoti, provenienti da 28 Paesi, svolgono il servizio pastorale in 31 diocesi) oppure costretti a lasciare il proprio Paese per gravi motivi (2 sacerdoti). Particolarmente numerosi, inoltre, i sacerdoti presenti in Italia per motivi di studio, 265 provenienti da territori di missione, 51 da territori non di missione. Il sostentamento spetta però solo ai sacerdoti stranieri che svolgono a tempo pieno un servizio pastorale a favore della diocesi che li riceve. Questo attribuisce agli interessati anche l'assicurazione del Fondo di previdenza per il clero e, senza alcun onere, l'assistenza sanitaria nazionale.
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