Quando il "dovere di cronaca" si esercita intorno a una tavola
mercoledì 16 gennaio 2019
Ancora una volta il secchio che getto quotidianamente nel gran mare di internet ha tirato su una di quelle storie che non fanno notizia, e che forse non sarebbe mai divenuta "pubblica" se le piattaforme digitali non consentissero di "pubblicare" senza dover passare da nessun tipo di editore. Infatti è la cronaca del pranzo di capodanno in una famiglia, durante il quale si festeggia anche un compleanno.
Solo che nella casa, che sul campanello ha scritto Miriam-Betlemme (doppio cognome, dunque è di nobile origine) e sta nel cuore di Roma, vive una famiglia "allargata", in un senso che non è quello più diffuso di questo aggettivo. Intorno alla tavola e a vari piatti tipici sono sedute in effetti tre fedi, cinque nazioni, sette lingue. Naturale che serva un mappamondo (anzi, un «pallamondo», secondo il lessico familiare) per agevolare la condivisione e l'integrazione. Simone Sereni, ottimo cronista di questa storia, infila una perla dopo l'altra: le diverse lingue che diventano «frontiere dove l'incontro è possibile»; il pallamondo che serve a far vedere a qualcuno, per la prima volta, «la forma della propria terra»; i bambini che precedono gli adulti nel «fare ponti»; infine due donne, una musulmana e l'altra cattolica, che scoprono solo in quel momento «che entrambe nella stessa casa e nello stesso luogo pregano, affidando a Dio ciascuno nel suo modo le persone di cui conoscono le difficoltà».
Tutto raccontato senza nessuna retorica, anzi con una sobrietà tale che si può solo intuire quale legame stia tenendo questa famiglia insieme. D'altra parte, certe cose che ti succedono «le devi raccontare». Dimenticavo: per leggere la storia tutta intera si può andare sulla piattaforma internazionale "Medium", che ospita «idee e prospettive che non si trovano da nessun'altra parte», o sul blog "motividifamiglia" ( tinyurl.com/y7sugzwu ), che grazie a questo post ha ripreso a vivere dopo anni di letargo. Oppure lasciarsi guidare dal profilo Facebook di Simone Sereni.
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