Qualcuno dirà: è una (vera) pizza l'informazione religiosa in Italia
domenica 28 febbraio 2016
Dopo qualche giorno di prevalente attenzione a quel che il Senato avrebbe votato in materia di regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze di fatto, le notizie sul "Papa quotidiano" sono tornate al vertice della classifica degli argomenti religiosi preferiti negli ambienti digitali specializzati. Una classifica che nel suo piccolo, rapportata all'intero anno, rispecchia quella sulla religione in tv nel 2014-2015 proposta dall'annuale rapporto di Critica liberale (ne ha brevemente riferito Paolo Rodari su Repubblica.it http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/ gwbmaz8). Quel rapporto però titola «L'informazione televisiva al servizio di Francesco» (http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/ hqw9xhg), ribadendo un approccio critico che proprio non riesco a condividere: perché trascura di considerare le tendenze dell'informazione religiosa nel suo complesso, ovvero la sua inevitabile sottomissione, sui mezzi generalisti, ai criteri dell'audience – quale che sia la religione di cui si vuole parlare.Tornando alle notizie di questi giorni, tra gli atti del Papa si è guadagnata una rispettabile fetta di attenzione la visita che ha fatto alla comunità di recupero per tossicodipendenti San Carlo del Ceis. Coerente con la prassi di dare il buon esempio, egli, che ha posto l'esercizio delle opere di misericordia tra le raccomandazioni per l'Anno giubilare, ha già dedicato tre momenti pubblici (uno al mese) a "visite" ricche ciascuna di molte misericordie: verso affamati, ignudi, stranieri, infermi, afflitti e "molesti" di varia natura. E poi, c'è stata quella pizza. Molti osservatori, sui blog e sui social network, commentando la bella immagine (http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/http://tinyurl.com/ jt9qqau), hanno sottolineato che Francesco esaudisce un desiderio non nascosto con non nascosta gioia. Detto che, essendo un venerdì di Quaresima, si sarà certo trattato di una sobria e magra Margherita e non di una grassa ed epulonesca Quattro stagioni, aggiungo che mi è parsa una minima parabola di qualcosa che sappiamo: e cioè che a far del bene ci si guadagna sempre.
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