Qualcuno dica al Tg1 che Sanremo è finito
venerdì 23 febbraio 2024
Questa volta non è la classica affermazione. A fare la differenza con il tormentone attribuito a Pippo Baudo è un punto interrogativo. Perché Sanremo è Sanremo?, titolo del documentario andato in onda mercoledì sera su Rai 1, si propone di rispondere a una domanda, se non fosse altro perché quel titolo senza interrogativo è già stato utilizzato per lo Speciale Tg1 di domenica 11 febbraio, ma soprattutto perché l’intento è quello di spiegare cosa sia realmente il Festival della canzone italiana e quale sia il suo rapporto con la vita del nostro Paese che, si dice, si fermi ogni anno per una settimana a febbraio. Il che può anche essere non del tutto vero. Di certo, però, di Sanremo ne parlano tutti, anche perché il Festival invade i palinsesti della radio e delle tv, le pagine dei giornali e, da qualche tempo, anche i social. Anzi, sono stati proprio questi ultimi a rilevare come il documentario, nonostante l’eccezionale durata (oltre tre ore con la pubblicità), mostri non poche lacune (nessun riferimento alle conduzioni di Fabio Fazio o alle vittorie come quella di Marco Masini nel 2004 o di Marco Mengoni nel 2013…), anche se resta il tentativo, questo sì, di dimostrare come gli avvenimenti sociali possano contaminare il Festival e come il Festival possa a sua volta riflettere i cambiamenti dell’Italia sia pure attraverso uno specchio un po’ deformante e parziale. Archiviato dunque anche questo documentario prodotto da Luca Barbareschi, firmato da Giovanni Filippetto e Michele Truglio con le testimonianze di un numero incredibile di giornalisti, cantanti, discografici e presentatori (tra l’altro per il momento non caricato su RaiPlay), ci auguriamo che l’onda lunga di Sanremo, a parte lo show di Carlo Conti sabato, si stia esaurendo e che almeno il Tg1 la finisca con i titoli sul Festival e la presenza di cantanti in studio. © riproduzione riservata
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