Pif scrive all'Italia lettere di fuoco
venerdì 5 maggio 2017
Èpossibile raccontare l'Italia in dodici minuti anche se moltiplicati per trentotto? Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, ci sta provando da un paio di giorni su Rai 3 poco dopo le venti e trenta con un programma firmato insieme a Luca Monarca, Caro marziano. Si tratta di mini reportage per una striscia quotidiana, dal lunedì al venerdì, fatta di grandi e piccole storie che raccontano la contemporaneità, attraverso l'espediente narrativo dell'extraterrestre che arriva su una Terra ormai deserta. Nel caso specifico in quella che era l'Italia dove trova dei videomessaggi lasciati a suo tempo. Il marziano si materializza in un cartone animato. Poi la cosa si fa seria, tremendamente seria, almeno all'esordio. Ma non sarà sempre così. Pif garantisce che i temi saranno vari, anche leggeri. Mercoledì sera, però, il regista siciliano è partito con l'intervista a Margherita Asta, o meglio: attraverso un montaggio serrato lei stessa ha raccontato la sua storia e quella della sua famiglia decimata dalla mafia. La madre Barbara, trentenne, e i due fratelli Salvatore e Giuseppe, di soli sei anni, morirono nell'attentato che Cosa Nostra tese al sostituto procuratore Carlo Palermo a Pizzolungo, sul mare di Trapani. Per pura casualità l'utilitaria di Barbara, con a bordo i due figli, si trovò tra l'autobomba parcheggiata sul lungomare, la vettura blindata del magistrato e quella della sua scorta. Un'esplosione violentissima dilaniò l'auto e i tre poveri corpi. Un sacrificio involontario che salvò la vita a Palermo e ai poliziotti con lui, che pure rimasero feriti in modo anche serio. Margherita, che allora, nel 1985, aveva dieci anni e doveva essere anche lei su quell'auto, ha raccontato con particolari agghiaccianti la strage e il dolore indescrivibile di una bambina che in un istante perde la madre e i due fratellini. Con lei un padre che nello stesso istante perde la moglie e i figli gemelli. La forza del racconto non sta tanto in un episodio conosciuto, anche nei dettagli drammatici, ma nella scelta regista di Pif che riprende direttamente Margherita che parla con gli occhi nella telecamera. Ed è lei stessa alla fine a pronunciare la videolettera. A quel punto, dall'altra parte dello schermo, è il telespettatore a sentirsi un marziano. Pif ha colpito: il messaggio per una Terra diversa è per l'oggi, non per il domani.
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