Perché suor Angela conquista tutti
venerdì 25 gennaio 2019
Suor Angela batte tutti. Quando c'è lei in tv, per gli altri non ci sono ascolti che tengano. Il suo Che Dio ci aiuti, il giovedì in prima serata su Rai 1, viaggia stabile sopra i sei milioni di telespettatori. A far di meglio, ma in altri periodi, riescono in pochi. Tra questi il “collega” Don Matteo. Qualcuno lo chiama «fascino della tonaca». Può essere, ma non basta a spiegare il successo, in entrambi i casi meritato, delle due fiction targate Lux Vide con dietro le quinte un bel numero di autori a dividersi gli onori con i registi e soprattutto con gli interpreti. La bravura degli attori è fuori discussione per Terence Hill e compagni, ma anche per Elena Sofia Ricci e sorelle. Queste figure di religiosi piacciono per la capacità di essere vicine alla gente, di farsi prossimo, di saper sostenere e consolare, ma soprattutto perché danno un'immagine oltre lo stereotipo del prete e della suora. Appaiono come un po' tutti, credenti e non, vorremmo che fossero. Della serie «tu non sembri un prete o una suora», che nella vita di tutti i giorni, per assurdo, è un complimento. Oltre a questo scatta la simpatia per la spontaneità del personaggio o per il suo umorismo. A volte sembra mancare l'aspetto strettamente religioso. Le suore di Che Dio ci aiuti non sono poi così disposte alla Liturgia delle ore, ma di fronte al caso umano mostrano tutta la loro fede. In una delle puntate di questa quinta stagione, giunta ieri sera al quinto episodio, suor Angela afferma: «Noi amiamo le persone come amiamo Lui e come Lui non giudichiamo». In un altro episodio, di fronte al Crocifisso, ammette: «Le nostre vie non sono le Tue, perciò noi ci perdiamo, ma Tu hai pazienza. Ogni volta che reimposti il navigatore non Ti stanchi di ricalcolare un nuovo percorso per noi». Da questo si capisce che anche un linguaggio attualizzato, al di là di una sottile ironia, ha la sua forza. Così facendo si può anche spiegare la coscienza come «quella cosa che sta un po' più su della cintola». Pertanto di fronte a Che Dio ci aiuti si sorride, ma tenendo ben ferma l'attenzione sul lato umano delle vicende e sui buoni sentimenti. In ogni caso, se così non fosse, come dice suor Costanza, «tutti possono sbagliare, ma nessuno sbaglia per sempre».
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