Perché il male nel mondo: domande e risposte americane
mercoledì 1 dicembre 2021
Le indagini di argomento religioso dello statunitense "Pew Research Center", pubblicate regolarmente online, sono spesso materia di riflessione per l'infosfera ecclesiale anche al di fuori dei confini americani. Quella datata 19 novembre, dal titolo "Le parole con cui gli americani spiegano perché succedono cose negative" ( pewrsr.ch/3d0DfrP ), si caratterizza per il fatto che offre un'ampia selezione delle 5.280 risposte raccolte alla domanda, antica come l'uomo, sulla presenza del male nel mondo e sulla sofferenza che ne viene agli innocenti. Una domanda rivolta ad adulti, e che ha sullo sfondo la pandemia da Covid-19 e le catastrofi naturali connesse al cambiamento climatico. Essa, sottolineano i ricercatori, risulta particolarmente critica per quanti, come ebrei, cristiani e musulmani, credono in un Dio buono e onnipotente: motivo per cui è interessante leggere, al termine di ciascuna risposta, l'appartenenza religiosa - oltre all'età - dell'autore. Le sette categorie in cui le risposte sono state classificate sono anche quelle attraverso le quali si può consultare il campionario delle risposte. Il 35% pensa che le cose, semplicemente, accadono. Il 13% ha citato la volontà di Dio, che permette anche le cose negative. L'8% ha chiamato in causa il male e il peccato, e un altro 8% il libero arbitrio. Il 7% il destino, il 6% i sistemi sociali. E finalmente il 4% si è riferito al fatto che anche il male è un'occasione di crescita. In quest'ultimo gruppo ecco uno "senza affiliazione religiosa" che raccomanda: «Quando succedono cose negative, il modo in cui uno reagisce è più importante della cosa in sé». Invece, tra quanti riconoscono nelle manifestazioni del male la volontà di Dio, un cattolico dice: «Dio è sempre misericordioso e, sebbene sia difficile da capire, c'è sempre un senso nella sofferenza»; secondo un membro di una Chiesa nera protestante: «Queste cose sono come una forza che ci risospinge verso Dio».
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