Per le macchine agricole vendite in calo. Ma si guarda ai mercati emergenti
domenica 13 novembre 2016
Mercato in calo e politiche che non aiutano il comparto. Pare siano questi i due problemi principali dell'industria delle macchine agricole in Italia. Un settore importante per l'intera economia, che fornisce migliaia di posti di lavoro e raggiunge miliardi di euro di giro d'affari, ma che soffre della diminuzione degli acquisti, a parte rare eccezioni e, dicono i protagonisti, di politiche europee sbagliate.
Il punto è stato fatto in questi giorni a Bologna, nel corso della edizione 2016 di EIMA l'appuntamento tradizionale per i produttori di macchine agricole. Gente che è già abituata da tempo a guardare ben oltre i confini nazionali. Per questo proprio dai dati mondiali è partita l'analisi degli industriali. Stando ai numeri circolati in fiera, il mercato delle trattrici (cioè delle macchine agricole per eccellenza), chiuderà il 2016 con una flessione in quasi tutti i principali Paesi al mondo. I dati diffusi da FederUnacoma indicano nei primi nove mesi dell'anno un calo delle vendite in Europa (-6%), in Cina (-29%), in Brasile (-17%), in Russia (-19%) e in Giappone (-24%). In Italia, nei primi otto mesi dell'anno, il mercato è sceso del 2,9%. Pochi i Paesi che mantengono indici positivi; fra questi l'India (+17%), la Turchia (+7%), gli Usa (+3%). Alla base del fenomeno pare sia la riduzione dei redditi agricoli causata dall'eccesso di produzione delle principali commodities. Pochi margini e pochi soldi, dunque, comprimono verso il basso la vendita di macchine agricole. E non da oggi, visto che gli osservatori indicano come la crisi sia iniziata nel 2014 e come sia destinata a protrarsi anche nell'annata agraria 2016-2017. I primi segnali di ripresa, potrebbero vedersi nel 2018. Ma non tutto l'orizzonte si presenta così brutto. Secondo Nomisma la battuta d'arresto coinvolge molti Paesi ma non alcuni mercati emergenti che rappresentano - dopo l'affermazione di India, Cina, Brasile e Turchia - la nuova frontiera della meccanizzazione agricola. I nuovi mercati sono quelli del Vietnam, dell'Etiopia, del Kenya, di Cuba. Tutte aree nelle quali le vendite sono cresciute con percentuali a tre cifre. Non per nulla particolare attenzione è stata posta sull'Africa.
Cambia, quindi, la geografia dei mercati delle macchine agricole. Uno scenario nel quale i produttori italiani hanno molto da dire. Gli stessi produttori, intanto, puntano il dito sulle politiche europee. La competitività del comparto, è stato detto a Bologna, è penalizzata da una disciplina europea nata per l'auto e poi estesa per analogia all'agromeccanica. La soluzione? "Politiche di ampio respiro" declinate sulle specificità del comparto e sulle esigenze degli utilizzatori finali, incentivando la diffusione delle tecnologie di ultima generazione.
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