Parole sante: quelli che ci credono e quelli che invece ci giocano
mercoledì 1 aprile 2015
Stiamo entrando nel vivo della Settimana santa, e anche il mio quotidiano monitoraggio digital-ecclesiale ne offre un riflesso significativo: conto un titolo su 5 che ne tocca i riti, tra cronache e riflessioni. Sono parole serie, vere, sentite: nessuna delle fonti che frequento, pur riflettendo la pluralità che anima la Chiesa, si sognerebbe di arrischiare qualche leggerezza in tema di passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo."Fuori", però, è diverso, lo sappiamo. Vado allora "in uscita" e ritrovo due perle di questo passio profano nel mio archivio, mentre la terza è fresca di giornata. Poco più di un anno fa "Vanity Fair" titola un servizio «Che fatica essere Cristo», ma la salita al Calvario non c'entra nulla: è un pezzo sugli attori che hanno interpretato Gesù di Nazaret al cinema, e anche un pretesto per una galleria fotografica di signori (minuscolo) piuttosto avvenenti, condita da un ulteriore titolo troppo disinvolto.A gennaio scorso, invece, la "Gazzetta dello sport", a proposito di un fallo compiuto da Jesus, calciatore brasiliano in forza all'Inter, e confermato dalla "moviola", non resiste alla battuta, e titola: «La prova tv inchioda Jesus». La pagina Facebook di Jenus, un sito di parodie di cose cristiane divenuto famoso e su cui mi riprometto di tornare, la riprende e miete in breve migliaia di "mi piace".Quanto ai sacerdoti che domani, Giovedì santo, durante la Messa crismale rinnoveranno le promesse dell'ordinazione, è pensando a loro – credetemi, ne conosco abbastanza – con affetto e riconoscenza, per il servizio che rendono nella Chiesa, che segnalo, sul magazine online "Melty", questo titolo surreale: «Padre Damián è la nuova suor Cristina». Se il sottotitolo non citasse Laura Pasini, indirizzandoci a un talent show spagnolo dove un giovane prete ricalca le orme della giovane suora italiana, ci sarebbe da rimanere basiti: ne abbiamo sentite tante, ma un prete che diventa suora…
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