Pannella, una storia fin troppo radicale
domenica 13 novembre 2022
Una «beatificazione laica» di Marco Giacinto Pannella. È questa l’impressione che si ricava dal docufilm di Mimmo Calopresti, Romanzo radicale, coprodotto da Rai Fiction e Italian International Film, in onda venerdì in prima serata su Rai 3 e ora disponibile su RaiPlay, che racconta l’avventura politica e umana del padre del divorzio e dell’aborto attraverso ricostruzioni fiction, immagini di repertorio e interviste ad amici e colleghi a partire da Vasco Rossi, che elogia in apertura Pannella soprattutto per il suo anticlericalismo. Seguono, tra le altre, le testimonianze di Gianfranco Spadaccia (recentemente scomparso), Massimo Teodori, Emma Bonino, Marcello Baraghini, Luciana Castellina, Giampiero Mughini, Francesco Rutelli e Vittorio Sgarbi per quella che è la parte più interessante del docufilm, che concede anche un paio di battute a monsignor Vincenzo Paglia in particolare sul ruolo avuto da Pannella nell’impegno per l’umanizzazione delle carceri. Mentre la parte fiction, come spesso succede in queste ricostruzioni biografiche (che in base a quanto detto prima potremmo anche definire laicamente agiografiche), appare a tratti forzata, didascalica, e in alcuni momenti persino ingenua. Un esempio: in ben due sequenze consecutive si vede un Pannella vorace (interpretato da un magrissimo Andrea Bosca con la sigaretta perennemente accesa) che mangia due piatti di pasta per volta in modo poi da far capire cosa sia stato per il leader radicale lo sciopero della fame. Alla fine, l’idea che Calopresti, insieme agli sceneggiatori Monica Zapelli e Luca Lancise, vuol far passare è che non avremmo avuto l’Italia moderna senza i diritti civili, divorzio e aborto in testa, per cui Pannella si è battuto con tanto di riconoscimento finale del Dalai Lama a suggellare. © riproduzione riservata
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