“One shot”, il sogno dei talenti del calcio
mercoledì 14 dicembre 2022
Al di là delle giuste polemiche sul Qatar, i Mondiali di calcio hanno offerto alla tv l’occasione per proporre alcuni programmi sul mondo del pallone. Ad esempio Rai 1, oltre a Il circolo dei Mondiali collegato alle dirette delle partite, ha proposto il documentario su Paolo Rossi di cui parlavamo ieri, ma anche un ciclo di film dal titolo Vite da campioni, incentrato sul lato umano delle imprese sportive, che ha preso il via con The Keeper - La leggenda di un portiere (storia di Bert Trautmann) ed è proseguita con Il campione, che racconta la vicenda di un giovanissimo e fortissimo attaccante tanto talentuoso sul campo di calcio quanto acerbo nella vita privata. Nella scia dei Mondiali si sono inseriti anche i canali Sky, in qualche modo già Sky Atlantic con la serie fiction Il grande gioco, ma soprattutto Sky Documentaries, che lunedì sera ha proposto uno dietro l’altro i quattro episodi del docu-reality One shot - La fabbrica del calcio, dedicato al vivaio naturale di giovani talenti rappresentato dal popolare quartiere londinese di South London. Da lì provengono molti dei giocatori inglesi della Premier League le cui abilità si sono affinate sui campetti di calcio conosciuti come «Gabbie». One shot segue le alterne vicende di alcuni di questi aspiranti calciatori: Adulai, Yomi, Lee, Dontai… la cui ambizione è diventare professionisti, avere un contratto. «Essere pagato per giocare al calcio — dice Yomi — è un sogno». E per realizzarlo c’è anche chi abbandona Londra e va all’estero, magari in Portogallo. È il caso di Nathan. «Ma nel calcio — come dice un allenatore — non c’è pietà e non c’è posto per i deboli di cuore». E il docu-reality di Sky lo racconta con l’unica pecca del solito improponibile doppiaggio (quanto sarebbe meglio la versione originale con sottotitoli). © riproduzione riservata
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