Nove, “Avamposti” a caccia del crimine
venerdì 18 settembre 2020
«Ci sono luoghi dove la giustizia si fa per strada, territori nelle mani della criminalità, zone di confine dove uomini e donne dello Stato combattono ogni giorno a difesa del cittadino». Tutte le puntate di Avamposti, il mercoledì alle 21,20 su Nove, iniziano così, con l'autore e regista Claudio Camarca che con aria a sua volta da combattente invita ad andare con lui «dove altri non hanno il coraggio di mettere piede». Un'enfasi forse eccessiva per un racconto al seguito di carabinieri che operano in quartieri malfamati delle nostre metropoli: il Rione Sanità a Napoli, il quartiere Zen di Palermo, il bosco di Rogoredo a Milano.... Non per il fatto che queste non siano zone ad alta densità criminale e quindi pericolose, ma per il fatto che le telecamere viaggiano al seguito e quindi protette dagli stessi carabinieri, anzi: a giudicare dai giubbotti che s'intravedono, alcuni operatori appartengono all'Arma stessa. Ciò non toglie che lo spaccato proposto da Avamposti sia interessante per capire come agisce la criminalità organizzata, soprattutto nello spaccio della droga, e come i carabinieri intervengano quotidianamente per contrastare il fenomeno. Soltanto a Roma, il mercato degli stupefacenti frutta ogni anno 400 milioni di euro. E come funzioni lo si è visto bene nell'ultima puntata, mercoledì scorso, con le piazze di spaccio a San Basilio, uno dei quartieri più popolari della capitale, una zona di influenza della vecchia malavita romana da alcuni anni preda di famiglie di 'ndrangheta. Con appostamenti e interventi quotidiani i carabinieri della locale stazione fermano ogni giorno acquirenti, pali e pusher. Ma non basta. Nel giro di poche ore la catena dello spaccio si ricompone, ed è solo l'ultimo anello. Ecco allora che sono necessarie operazioni in grande stile come quella denominata “Coffee bean” (seguita nella stessa puntata), che ha visto impegnati 170 carabinieri, unità cinofile, 67 auto e un elicottero arrivando all'arresto di oltre venti persone, praticamente l'intero vertice dell'organizzazione. In questo senso Avamposti, al di là dello spot all'Arma, vuole dimostrare la presenza dello Stato sul territorio, rassicurando i cittadini e cercando di intimidire la malavita.
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