Nella Via Crucis al Colosseo anche critiche al mondo digitale
venerdì 30 marzo 2018
Quasi sempre, anche esagerando, si associa la frequentazione del mondo digitale ai giovani, e dunque esso non poteva mancare tra i riferimenti alla contemporaneità presenti nelle meditazioni che questa sera accompagneranno la Via Crucis al Colosseo presieduta da Papa Francesco ( tinyurl.com/yd5vp7pd ): come è noto, la loro redazione è stata affidata a un gruppo di studenti romani, coordinati da Andrea Monda. La stazione durante la quale, esplicitamente, si critica Internet è l'undicesima, “Gesù è inchiodato alla croce”, e infatti ha attratto previamente l'attenzione di diversi commentatori, come Paolo Pegoraro su “Credere” ( tinyurl.com/yawcww8p ). Contemplando il Crocifisso l'autrice Greta Sandri, utente di social network ben protetta (salvo che per le foto) dai non amici, riconosce nella Rete, in controluce, due pericoli: quello, palese, di «inchiodare ogni errore degli altri senza possibilità di perdono» e di «odiarsi per i motivi più futili» e quello, più subdolo, di essere così condizionati da tutto ciò che vi circola da dubitare anche delle proprie parole. Veri entrambi.
Ma implicitamente mi è parso di cogliere il riflesso di una critica al mondo digitale anche nella sesta stazione: “Veronica asciuga il volto di Gesù”. A fronte della «società delle immagini» che gli schermi dei nostri dispositivi contribuiscono tanto ad alimentare, puntando su una curiosità spesso morbosa, l'autrice Cecilia Nardini, anche lei utente Facebook, coglie lo sguardo di tenerezza della donna che vuole raggiungere Gesù per «un semplice gesto di carità». Se anche avesse avuto uno smartphone con sé, Veronica – sembra suggerire la meditazione – non si sarebbe attardata a fotografare quel «volto straziato» per poi condividere con gli amici il proprio orrore, perché il suo sentimento è un altro: l'amore incondizionato per colui che «tante volte aveva parlato alla sua anima».
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