“Messiah” di Netflix Serie non banale
venerdì 10 gennaio 2020
Dice di andare dove Dio lo conduce. Si definisce “la Parola”. Gli altri dicono che è «un attivista islamico che la gente chiama Messia». Lui è Al-Masih, un giovane di origini mediorientali, capace con le sue prediche di trascinare dietro di sé migliaia di adepti. Al-Masih, alias Mehdi Dehbi trentaquattrenne attore belga dalla pelle olivastra, è il protagonista di Messiah, la nuova serie in dieci episodi, creata da Michael Petroni, interamente disponibile su Netflix, ambientata ai giorni nostri tra la Siria, la Terra Santa (con una ricostruita Spianata delle Moschee che sembra vera) e gli Stati Uniti. Una storia che inizia con l'apparizione a Damasco di questo profeta dai lunghi capelli che nell'aspetto assomiglia all'immagine di Gesù che ci è stata tramandata. Anche la predicazione è simile. Per di più sembra avere poteri soprannaturali tra cui quello di resuscitare i morti. Però, a scanso di equivoci, diciamo subito che in tutto questo non si avverte niente di offensivo nei confronti della religione cristiana, se si esclude qualche affermazione un po' forte da parte di alcuni personaggi nel contestare il presunto Messia. C'è semmai la provocazione, questa sì, al fine di proporre il dualismo tra fede e ragione. Inoltre, intorno alla storia del protagonista se ne intrecciano altre, in un clima da thriller, a partire da quella dell'agente della Cia Eva Geller (Michelle Monaghan), chiamata a scoprire l'identità del personaggio misterioso che sta attirando l'attenzione dei media internazionali per le sue gesta sensazionali. C'è poi la prospettiva di un ufficiale dell'intelligence israeliana, di un pastore protestante del Texas e di altri. Quello che accomuna molti di loro è una sorta di male di vivere. Un po' tutti sembrano avere degli scheletri negli armadi e Al-Masih si dimostra l'unico in grado di leggere nel loro animo, di conoscerne il passato e di dare risposte ai loro turbamenti. In questo senso, più che la figura del Messia, interessa agli autori la condizione umana e le possibili conseguenze (in questo caso anche politiche, sociali e religiose) di un evento come quello immaginato. In ultima analisi, Messiah è una serie con diversi punti deboli, ma sicuramente originale e ben diretta.
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