Meno credito alle aziende del Sud
sabato 21 settembre 2013
L'agricoltura del Mezzogiorno ha meno credito di quella del resto della Penisola e del Settentrione in particolare. Non è un modo dire, ma la realtà. Le banche preferiscono fornire credito alle imprese agricole del Nord piuttosto che a quelle del Sud. A indicare questa situazione è stato l'Ismea che spiega: «Finanziamenti inferiori alle richieste, alti tassi di interesse e lunghi tempi di istruttoria ostacolano l'accesso al credito delle aziende agricole soprattutto del Centro e del Mezzogiorno d'Italia». L'analisi, condotta sui dati Sgfa e sugli ultimi sei mesi, parla chiaro. Le aziende agricole delle regioni del Nord hanno beneficiato di un incremento medio annuo delle erogazioni bancarie del 3%, a fronte di un crollo dei finanziamenti del 15% nel Centro e dell'11% al Sud; numeri che portano la media nazionale ad un -3%. Ciò che importa più di tutto, però, è proprio la enorme diversificazione territoriale. Sempre l'Ismea spiega: «La stretta sulla concessione dei prestiti ha profondamente mutato la geografia del credito nel settore primario». Già, perché mentre nel 2007 la distribuzione era piuttosto omogenea a livello di macroaree, oggi è tutto il contrario: il Nord da solo intercetta oltre il 70% delle erogazioni complessive, nonostante un minor numero di imprese agricole presenti sul territorio.E non basta, perché secondo i tecnici dell'Istituto a cambiare è anche la struttura stessa del credito. Diminuiscono i finanziamenti di medio termine, risultano pressoché stazionari quelli di lungo periodo, mentre aumentano i prestiti a breve, ossia quelli destinati a finanziare l'attività corrente, che seppur minoritari nella composizione complessiva del credito agrario hanno raddoppiato la loro incidenza dal 2007 ad oggi. Ma c'è dell'altro: nel Nord-Ovest, la Lombardia concentra la quota maggiore dei finanziamenti (64% nel 2012), mentre il Piemonte registra l'andamento migliore (+2% la variazione media annua degli ultimi 6 anni). Tra le regioni del Nord Est, è invece l'Emilia Romagna ad assorbire la fetta più ampia del credito (48% del totale d'area), e a registrare il tasso di crescita medio annuo più sostenuto (+7%). Nel Centro Italia le aziende toscane si aggiudicano il 44% delle erogazioni bancarie; sugli sviluppi del credito il risultato peggiore è invece quello del Lazio, con una flessione media annua del 19%. Anche al Sud ci sono i primi della classe. In questo caso, l'Abruzzo intercetta i maggiori finanziamenti bancari dell'area (24% del totale), mentre la Calabria, dal 2007 ad oggi, ha visto i prestiti alle aziende agricole ridursi a un tasso medio annuo del 23%.Ma è l'indicazione di fondo che emerge dallo studio dell'Ismea che deve far pensare. Quello del credito agricolo è il segno – preoccupante – che in tema di rapporti Nord-Sud anche in agricoltura l'Italia deve fare ancora passi da gigante. Eppure, proprio molte imprese agricole del Sud sono fra quelle che portano in giro per il mondo i più bei nomi dell'agroalimentare nostrano.
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