Macchine agricole in panne
sabato 24 ottobre 2009
Il 2010 sarà ancora un anno difficile per il mercato delle macchine agricole. È probabilmente un'affermazione che molti davano per scontata, ma che, adesso, viene confortata da numeri che non lasciano spazio a dubbi e che indicano chiaramente un dato di fatto: le imprese agricole, non solo italiane, non hanno più soldi da investire.
Si tratta di una situazione che ha del drammatico, tanto da far lanciare, proprio ieri, anche da parte delle cooperative agricole un appello a cambiare passo.
Stando alle rilevazioni della Cema, l'associazione europea dei costruttori di macchine agricole (che riunisce le sigle di 11 Paesi), si stima che " dopo la netta flessione di vendite nel 2009 che fa prevedere a fine dicembre un passivo globale del 18% ", anche nel 2010 il mercato registrerà un andamento negativo, valutato intorno al 6%. E non basta, perché la prospettiva a breve termine indica come il 61% delle imprese del settore preveda un decremento della produzione nel periodo compreso fra novembre 2009 ed aprile 2010, e il 35% un andamento invariato rispetto a quello del 2009. Numeri preoccupanti, quindi, che vanno di pari passo con quelli dei mesi trascorsi.
In Europa, le immatricolazioni di trattrici nel primo semestre dell'anno sono diminuite dell'8% con punte del -11,3% in Gran Bretagna, del -4,7% in Germania e del -1,5% in Francia. Il crollo del mercati " viene fatto notare dai costruttori " è il risultato di una ovvia crisi delle imprese agricole ma anche dell'applicazione rigida e indistinta di nuove norme, nate per il settore automobilistico e quindi non appropriate ai mezzi che operano in agricoltura. Per questo, quindi, le imprese di costruzione delle macchine hanno iniziato una forte azione di lobby per semplificare gli adempimenti a cui sono costrette.
Rimane tuttavia un dato. Le imprese agricole sono in una situazione critica dal punto di vista delle prospettive di investimento. Tanto da scatenare
anche manifestazioni di piazza, in qualche caso come in Belgio e in Francia, anche violente. Ed è per questo che, da più parti, si chiede una «nuova politica agricola» che affronti in qualche modo il problema principale ben ricordato dal neopresidente di Fedeagri-Confcooperative, Maurizio Gardini: le aziende agricole non riescono più a fare reddito. Una politica che, a ben guardare, sia costruita ovviamente dai decisori pubblici, nazionali ed europei, ma che possa trovare «un buon terreno» anche nello stesso settore agricolo. Non a caso proprio Gardini ha parlato della necessità di «dire basta alle polemiche inutili e alle divisioni, perché sono ben altre le cose che le imprese nostre associate ci chiedono e all'ordine del giorno delle loro assemblee sono costrette da mesi ad affrontare problemi reali e fin troppo gravi». È un assunto di fondo che, secondo il vertice delle cooperative agricole, significa una sola cosa: occorre efficienza in tutti i passaggi dal campo al consumo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: