Macchine agricole, export boom
sabato 18 ottobre 2008
Timida ripresa sul mercato interno, gran corsa su quelli esteri. Se c'è un settore che, a quanto sembra, non teme la crisi e, anzi, corre molto più di prima, questo è senz'altro il comparto delle macchine agricole e in particolare delle trattrici. È un segno della capacità produttiva e tecnologica di un ambito dell'agroindustria, che spesso passa in secondo piano, ma che vuol dire milioni di euro di fatturato, migliaia di posti di lavoro e che contribuisce al "buon nome" dell'agricoltura italiana in senso lato in giro per il mondo. Il successo delle macchine agricole italiane nel mondo conferma però la situazione critica in cui, invece, versano le aziende agricole del Paese.
I conti sono stati fatti dall'Unacoma (l'unione dei costruttori di macchine agricole) e parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2008 il mercato interno delle trattrici agricole (macchine per eccellenza dell'azienda agraria) è cresciuto dell'1,2% rispetto allo stesso periodo 2007, mentre le vendite all'estero delle stesse, quasi nel medesimo arco temporale (i primi sei mesi), hanno compiuto un balzo in avanti del 37%. Si tratta evidentemente di numeri che vanno interpretati, ma che delineano una situazione chiara e non facile.
L'incremento ? definito con ragione "modesto" dagli osservatori del mercato ? delle vendite interne potrebbe far sperare nell'innescarsi di movimenti di segno opposto al -9,8% del 2007 e il -6,2% del 2006. Eppure non è così: la crescita delle immatricolazioni non è ancora di dimensioni tali da far pensare a un'effettiva inversione di tendenza. Soprattutto però, l'Italia agricola è ancora molto distante dal mercato europeo. In Francia le vendite sono cresciute del 19%, in Germania del 16%, in Spagna del 4,5% e nel Regno Unito del 13%, nell'intera Ue in media l'aumento è stato dell'8%. Il motivo di questa dicotomia è semplice: le imprese agricole dello Stivale sono, mediamente, ancora troppo piccole, non riescono a realizzare economie di scala importanti, hanno a che fare con una struttura del mercato difficile e tortuosa e con possibilità di accedere al credito bancario tutto sommato ancora sottodimensionate rispetto a quelle presenti in altri Paesi. Si tratta di condizioni che portano a non acquistare macchine se non per sostituire quelle ormai obsolete. Tutta un'altra storia, invece, può essere raccontata se si guarda ai mercati esteri. Come si è detto, nei primi sei mesi dell'anno ? secondo i dati Istat sul commercio estero ? l'industria delle macchine agricole ha esportato quasi 43 mila trattrici (erano 33.300 nello stesso periodo 2007), per un valore complessivo di 912 milioni di euro, pari a un incremento del 37% rispetto all'anno precedente. Le nostre trattrici, corrono un po' in tutto il mondo, ma soprattutto in America (che da sola copre oltre il 14% del fatturato), oltre che in India, Cina e Russia. In quelle aree, oltre ai prodotti agroalimentari, l'Italia è nota anche per macchine che non hanno pari. Gli industriali sono felici, meno, forse, gli agricoltori italiani.
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