giovedì 25 agosto 2011
XXII Domenica
Tempo ordinario - Anno A

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. (...)

Gesù incominciò a dire che doveva molto soffrire e venire ucciso! Questo è lo scandalo del cristianesimo, un Dio che entra nel dolore e nella morte perché nel dolore e nella morte entra ogni suo figlio.
È la sorpresa di Pietro: Dio non voglia, questo mai! Tu vuoi salvare questo mondo che ha problemi immensi, lasciandoti uccidere? Sei un illuso, il mondo non sarà salvo per un crocifisso in più. Usa altri mezzi: il potere, il miracolo, l'autorità. Ed è proprio questo che Gesù rifiuta. Sceglie invece i mezzi più poveri: l'amore disarmato, il cuore limpido, il non fare violenza mai, il perdono fino alla fine, l'abbraccio al lebbroso.
Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Se uno vuol venire... Ma perché dovrei voler questo? Qual è la molla? Lo rivela Gesù stesso poco oltre: se uno vuol salvare la propria vita... L'energia della sequela è un istinto di vita, bello e originario.
Rinneghi se stesso. Parole pericolose se capite male. Rinnegarsi non significa annullarsi, diventare sbiadito e incolore. Gesù non vuole dei frustrati al suo seguito, ma gente che ha fruttificato appieno i suoi talenti. Vuol dire: non sei tu il centro dell'universo, non sei tu la misura del tutto. Sei dentro una forza più grande. Il tuo segreto è oltre te.
Prenda la sua croce. E l'abbiamo interpretato come: soffri con pazienza, accetta, sopporta. Una esortazione alla rassegnazione. Ma non occorreva certo Gesù per dire questo. La croce nel Vangelo è l'impensabile di Dio, è la prova che Dio ama me più della propria vita.
Per capire basta sostituire la parola Croce con la parola amore: «Se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé tutto l'amore di cui è capace». Prendi la tua porzione di amore, altrimenti non vivi; prendi la porzione di croce che ogni amore comporta, altrimenti non ami. Tutti, io per primo, abbiamo paura del dolore. Ci sia concessa, però, la grazia di non aver paura di amare: sarebbe paura di vivere. E poi seguimi. Seguire Cristo non è macerarsi in sacrifici ma conquistare un'infinita passione per l'esistenza, in tutte le sue forme, in tutte le sue creature. «Fai come me, prendi su di te una vita che sia il riassunto della mia vita» dice Gesù, il coraggioso che tocca i lebbrosi e sfida chi vuole uccidere l'adultera, il tenero che si commuove per le folle senza pastore e per due passeri, il povero che mai è entrato nei palazzi dei potenti se non da prigioniero, libero come nessuno, amore come nessuno, uomo dalla vita buona, bella, felice.
Vivi le mie stesse passioni. E troverai la vita. Dimentica che esisti quando dici che ami (J. Twarkowski) e troverai la vita.
(Letture: Geremia 20, 7-9; Salmo 62; Romani 12, 1-2; Matteo 16, 21-27)
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