Le nostre richieste alla parrocchia e le responsabilità che portiamo
domenica 3 febbraio 2019
Ho ricevuto e fatto a mia volta girare nei giorni scorsi, attraverso le reti sociali, un video che ironizza, tradendo un'evidente sofferenza, sulle crescenti difficoltà di chi insegna. I molti amici digitali che conto nella scuola hanno apprezzato la solidarietà che, condividendo quella parodia, intendevo esprimere loro. Vi si immagina che un istituto si sia dotato di un risponditore telefonico automatico che indirizza i genitori degli studenti a un diverso operatore classificandoli secondo dieci possibili modalità di delegittimazione del lavoro dei docenti e di aprioristica difesa di qualunque comportamento scolastico del proprio figlio. Chi invece si rivolgesse alla scuola a partire dal presupposto che gli studenti hanno le loro responsabilità, è invitato a concludere subito la sua telefonata. Mentre lo guardavo, mi sono chiesto se qualche volta non rischiamo di assumere lo stesso atteggiamento anche nei confronti della nostra parrocchia, sia che la consideriamo come un erogatore di «servizi liturgico-pastorali» o persino di qualcosa di più (si veda l'ultima vignetta di Gioba tinyurl.com/ybdrx7ep ), sia che invece ne lamentiamo la troppa flessibilità verso il «mondo» e quelli che ne fanno parte, rimpiangendo la Messa (e la parrocchia) «di sempre». La porzione di Chiesa che si racconta in Rete è piena di queste richieste: a proposito delle omelie (sul blog “Vino Nuovo” sarà infatti il tema del mese
di febbraio, ma c'è già stata una sorta di anteprima con un post di Sergio Di Benedetto tinyurl.com/yaf68ayf ), del troppo o troppo poco rigore rispetto all'abbigliamento e alle posture, delle strade talvolta impervie tentate dai vescovi per supplire al calo dei presbiteri o dai parroci per “conquistare” qualche praticante in più, dello spessore delle diverse catechesi… Ognuna di queste richieste ha certo le sue ragioni interne. Ma prima di formularle, specie se ci serviamo di amplificatori digitali, esaminiamo con altrettanto rigore le nostre responsabilità.
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