giovedì 1 ottobre 2015
Già all’interno del dettato biblico, le forbici decretarono il fallimento di un amore: Dalila, infatti, tagliò i capelli a Sansone, mettendo fine al loro ménage con un tradimento, ben peggiore dell’adulterio. Le forbici trovano la loro forza nello sdoppiamento e insieme nell’unità delle lame, in questo senso esprimono efficacemente la parabola delle relazioni umane e in particolare del matrimonio, connubio quotidiano di sentimenti che uniscono e che, talora, dividono. Un pittore surrealista di origine russa, ma emigrato negli Stati Uniti e poi, successivamente, nelle Hawaii, ha dedicato al tema del matrimonio diverse opere. Una di queste, dal titolo «Sempre insieme» (Always together), raffigura una forbice danzante fra fogli di carta tagliati. I fogli riportano un verso di Shakespeare, in Le allegre comari di Windsor, dove Slender spinto dallo zio accetta, senza esserne innamorato, di sposare Annetta, certo che il rimanere insieme farà crescere solo la distanza. Un verso amaro che con quattro secoli di anticipo fotografa la totale sfiducia dell’uomo post contemporaneo nei confronti del matrimonio. L’intuizione di Vladimir Kush, nell’associare le due parti della forbice a una coppia, è straordinaria. Il punto di unione, il perno a vite, viene a indicare il luogo sacro, per la Scrittura, della procreazione: veramente l’unità dei due è scritta nella prole e nella procreazione responsabile! Oggi tagli paurosi sono all’opera per violare la complementarietà dei due, del maschio e della femmina, per interrompere la sacralità dell’unione sponsale relegandola ad affar di laboratorio, ma l’elegante danza con cui la forbice di Kush taglia le amare espressioni shakesperiane, sembra offrire un punto di speranza. Sì, solo il rapporto fra uomo e donna, entro la danza quotidiana di bellezza e fatica, potrà restituire fiducia alle relazioni e ricomporre la cellula base della società che è la famiglia. In una seconda tela Kush dipinge un grosso borsellino, dove la chiusura a clips in ottone è rappresentata dai corpi, di lui e di lei, tesi nell’abbraccio che si compie in un bacio. Il portamonete è rosso e sta indicare la passione e l’amore che li unisce. Peccato che a riempire la bellezza di quell’abbraccio sia il Dio Mammona, l’unico cui si deve la grande operazione distruttrice della famiglia in Italia e nel mondo. Soldi, infatti, fuoriescono dal borsellino e cadono a terra quasi a testimoniare a tutti la loro forza persuasiva e divisoria, una forza che solo la bellezza semplice e sorprendente di un bacio può neutralizzare.Come scrive lo stesso artista in margine all’opera, dal titolo Red Purse (Borsa rossa), quel portamonete è simbolo di ricchezza e di accumulo di beni. Sarebbe però impossibile accedere a tal tesoro senza ricorrere alle teste dell’uomo e della donna strette in un bacio. L’amore è dunque la chiave maestra capace di aprire la borsa della felicità. Tuttavia è pur vero che per ricavare denari da quella borsa occorre separare l’unità dei due. Per questo il Dio Mammona attenta alla famiglia con le sue malie, ma nulla potrà se rimarrà intatto lo stupore primigenio celato nell’attrazione tra l’uomo e la donna avvolti dall’amore.
 
Immagini: Vladimir Kush "Always Together" 2009 Olio su tela 20 x 25 cm Kush Fine Art Gallery, in Maui, HI, USAVladimir Kush “Red Purse” 2009 Olio su tela 28 x 36 cm Kush Fine Art Gallery, in Maui, HI, USA
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