Le ali dell'export per l'agricoltura
sabato 14 settembre 2013
L'agricoltura dà la speranza che davvero ci si possa risollevare dalla crisi. Certo, gli ultimi numeri relativi al Pil agricolo non sono confortanti. Ma è stata colpa – in buona parte – del clima avverso. Quella meteorologica, è, d'altra parte, una delle peculiarità che fanno unica la produzione dei campi: irriproducibile in laboratorio. Il settore sconta poi mille difficoltà, così come la necessità di crescere ancora, per certi aspetti, in tema di imprenditorialità. Ma è un fatto: i numeri danno ragione anche allo stile agricola italiano. Le recenti rilevazioni dell'Istat sull'export sono lì a dimostrarlo: le vendite all'estero di prodotti alimentari sono cresciute del 7%. A superarle solo quelle dei prodotti farmaceutici (+18%). Ma, ha fatto notare la Coldiretti, ciò che più conta è forse un'altra cosa: a crescere sono state le esportazioni di tutte le aree dello Stivale. L'agroalimentare del Nord è cresciuto del 7%, quello del centro dell'8 e quello del mezzogiorno del 6%. Tutto mentre, sempre secondo l'Istat, le esportazioni generali nei primi sei mesi dell'anno hanno subito una calo dello 0,4%. Gli osservatori del comparto, quindi, parlano di una "netta controtendenza" del settore agroalimentare rispetto al resto dell'economia. Una situazione che, se non vi saranno sorprese di mercato, potrebbe portare alla fine dell'anno ad un valore delle vendite oltre confine pari a 34 miliardi, con i comparti del vino e dell'ortofrutta fresca a fare la parte del leone. Indicazioni, certo, tutte da confermare, ma che sono sostenute anche dai segnali che arrivano dagli operatori. In vista dell'edizione 2013 di Macfrut – la più importante rassegna frutticola e orticola presente in Italia –, per esempio, la sensazione che circola è di una ripresa del mercato e dell'attenzione alle produzioni nazionali. Se si guarda poi alle buone previsioni vendemmiale fatte circolare dall'Unione Italiana Vini in questi giorni insieme a Federvini e ai viticoltori (una produzione vicina ai 45 milioni di ettolitri, un aumento del 7% rispetto al dato diffuso dall'Istat per il 2012 ed una buona qualità su tutto il territorio nazionale), c'è da sperare davvero che i numeri di fine anno possano essere positivi.Rimane, però, la stagnazione del mercato alimentare interno; che tuttavia mette in crisi non solo l'agroalimentare ma l'intera economia.Ha ragione, a questo punto, il ministro per le Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, che proprio commentando gli ultimi dati sulle esportazioni, ha affermato che «la cosa più importante adesso è che tutti, davvero tutti favoriscano il ritorno della fiducia». Secondo il ministro, «l'agricoltura non vuole giocare in difesa ma trainare l'intero Made in Italy sui mercati esteri. Il giudizio sul nostro operato, ancora una volta, sarà dettato dalle cose che faremo o non faremo nell'interesse pubblico». Aziende agricole, industrie alimentari e distribuzione – quella che tecnicamente si chiama filiera –, hanno così davanti un'ulteriore sfida.
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