“La scuola cattolica” Meglio il libro del film
venerdì 22 luglio 2022
In genere in questa rubrica non ci occupiamo di film, almeno che non siano realizzati per la tv. Questa volta, però, non possiamo evitare alcune considerazioni sul film di Stefano Mordini La scuola cattolica andato in onda ieri in prima visione tv su Sky Cinema Due. Facciamo uno strappo alla regola perché La scuola cattolica è una mistificazione, a partire dal titolo. È vero che riprende pari pari quello dell'opera da cui è tratto, il libro di Edoardo Albinati, ma è anche vero che il famigerato delitto del Circeo, culmine della vicenda, sembra esclusiva conseguenza della formazione o comunque dell'effetto perverso della scuola cattolica frequentata dai giovani responsabili di tanta cieca violenza. In poche parole stando al film è l'educazione cattolica che ha portato al massacro. Ma lo si deduce più per equazione (con il titolo, appunto) che per reale conseguenza. Il film, infatti, è particolarmente carente dal punto di vista strutturale. Sembra che il regista abbia colto qua e là qualcosa dalle oltre mille pagine del libro di Albinati, che è molto più articolato e complesso, tentando un abbozzo che non riesce a dare conto di una generazione (quella nata dopo la metà degli anni Cinquanta), di una classe sociale (la borghesia della Roma bene), né tantomeno delle motivazioni, delle radici del male che possono aver spinto ragazzi di buona famiglia a violentare e poi uccidere una coetanea e ridurre un'altra (che credevano morta) in fin di vita. Per assurdo, Mordini evita pure riferimenti espliciti alla formazione neofascista dei responsabili del delitto, che in quel caso sicuramente incise. In un gioco di parole si potrebbe dire che il regista compie la scelta ideologica di attribuire maggiori responsabilità all'ideologia cattolica (se tale fosse) che non a quella fascista.
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