La pubblicità stonata di Sanremo
giovedì 30 gennaio 2020
La pubblicità (consigli per gli acquisti, caroselli, réclame...), comunque la si voglia chiamare, ha fatto la storia della tv. Carosello, in onda per vent'anni dal 1957 al 1977, è stata la trasmissione più seguita di tutti i tempi. Morto Carosello sono nati gli spot, mentre aumentavano a dismisura gli spazi pubblicitari con l'avvento delle televisioni commerciali. Nella realizzazione dei brevi filmati promozionali si sono cimentati grandi registi, persino Federico Fellini, tanto per citare uno di cui in questi giorni si parla molto. Ma qualità e quantità non sono mai andate d'accordo. Ecco allora che in mezzo a tanti spot d'autore o comunque gradevoli, a parte l'aspetto consumistico, sono saltati fuori prodotti discutibili e a volte irriverenti. La religione da sempre è stata oggetto della pubblicità con maggiore e minore rispetto. Un caso è stato affrontato di recente nella pagina delle lettere con l'indignazione di un lettore a proposito della pubblicità di una franchising di divani in cui il Padreterno (chiamato Supremo) si manifesta in voce e in luce a quelli che una volta si spacciavano per «artigiani della qualità», ma che poi, siccome non era vero che pubblicizzavano un prodotto artigianale, sono stati costretti a trasformare il tormentone in «autentica qualità». A parte questo, che comunque la dice lunga sulla veridicità di certi messaggi, il direttore rispondeva giustamente appellandosi a una salutare «astinenza da acquisti»: «Piuttosto che comprare quel sofà, sto in piedi». Ma non c'è solo la pubblicità dissacratoria, c'è anche quella brutta e basta come gli spot per promuovere Sanremo che raccontano di un ragazzo di nome Amedeo che cresce cantando, o più precisamente stonando, i successi del Festival dal 1969 ai giorni nostri quando Amadeus, che dopo essere apparso in versione dj con parrucchino improponibile, chiude sorprendendosi che tocchi a lui condurre Sanremo. Il problema, a parte che è di scarso gusto tutto lo spot, è che l'espressione finale risulta più schifata che sorpresa. Da qualche giorno c'è anche la nuova versione con Amadeus che studia i predecessori, ma il problema è che alla fine ripete la faccia di cui sopra. Per fortuna il 4 febbraio è vicino.
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