C'era una certa attesa per The Assassination of Gianni Versace, la serie in onda in prima serata il venerdì su FoxCrime (canale 116 di Sky). Annunciata come uno degli eventi televisivi dell'anno, è stata preceduta da polemiche che in questi casi non guastano mai. La famiglia Versace, infatti, secondo quanto dichiarato, «non ha autorizzato né ha avuto alcun coinvolgimento nella serie televisiva», «non ha autorizzato il libro da cui è parzialmente tratta e non ha preso parte alla stesura della sceneggiatura». Sta di fatto che non è bastata la dicitura iniziale secondo cui «alcuni eventi sono stati associati o inventati a scopi artistici e interpretativi», e anche «i dialoghi sono stati immaginati in relazione a questi eventi». Premesso questo, va detto che con l'Adagio di Albinoni in sottofondo si può proporre qualsiasi immagine, anche quella di Gianni Versace (l'attore Edgar Ramirez) che esce dalla sua villa di Miami Beach, in Florida, per andare a comprare i giornali e al suo rientro viene affrontato da un giovane serial killer che gli spara alla testa. È il 15 luglio 1997 e da qui, come ormai succede in tutte le fiction (lo abbiamo sottolineato di recente), parte il flashback. In questo caso si salta all'ottobre 1990 per cercare di capire cosa abbia spinto Andrew Cunanan (Darren Criss), autore di altri omicidi, tutti nella comunità gay, a sparare a Versace e a suicidarsi una settimana dopo. Il problema, infatti, è che si conosce il colpevole, ma non il movente. La serie di FoxCrime, che vede anche Penélope Cruz nel ruolo di Donatella Versace, tenta proprio di capire le ragioni dell'omicidio. Se ci riuscirà, lo scopriremo a partire dal secondo episodio in onda questa sera e soprattutto dai successivi. Cunanan aveva incontrato Gianni Versace solo una volta, a San Francisco. Da allora il ragazzo aveva elaborato una vera e propria ossessione per lo stilista, reo di non rispondere ai suoi messaggi. Un motivo certamente non sufficiente per uccidere. Per questo la serie sottolinea altri aspetti della vicenda come l'omosessualità di Versace in relazione all'omofobia di una società che gli autori della fiction rappresentano ignorante e piena di pregiudizi, a partire dagli inquirenti responsabili delle indagini. Ma sulla rappresentazione dell'ambiente sociale prevale comunque il thriller.
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