La beatificazione di un martire e la fede sballottata dalla storia
domenica 24 maggio 2015
E come si fa a non dire qualcosa, anche qui, della beatificazione di monsignor Romero, avvenuta ieri? Nel piccolo ma fiorente orto dell'informazione ecclesiale digitale di cui assaggio i prodotti, negli ultimi giorni diceva di lui (e del rito che ne ha istituzionalizzato la già viva devozione popolare) uno ogni dieci post: quasi la metà di tutti quelli dedicati a “violenza e religione”. E mi è bastato aggiungere alle tante una parola assai laterale sul mio profilo Facebook per ottenere consensi numerosi e autorevoli da “amici di tastiera” che avrei immaginato, in quel preciso momento, legittimamente dediti a più familiari incombenze.Un elenco delle voci che ho udito può dare l'idea di quale coro si sia radunato intorno alle due messe di San Salvador, quella martiriale del 24 marzo 1980 e quella di ieri: cardinali e vescovi, storici, teologi non solo «della liberazione», giornalisti di religione particolarmente qualificati in tema di America Latina e in tema di martirio. Tra tante, segnalo quella di Luis Badilla sul Sismografo (http://tinyurl.com/oje7k8z), perché ha reso trasparente la «simbiosi spirituale-religiosa inscindibile» che si è stabilita «fra la vita e l'eredità di Romero e l'anima profondamente cattolica» dei popoli latinoamericani. L'arcivescovo salvadoregno – testimonia con passione Badilla – «incarna dolorosamente una parte terribile, lacerante, aliena da ogni oblio, di ciò che fu la vita umana in America Latina» negli anni «della ferocia dell'ondata militarista che colpì chiunque e ovunque». Quanti cristiani in quegli anni si sono chiesti: da quale parte sta Gesù e da quale parte sta il Vangelo? Fu grazie «alla testimonianza di cristiani e sacerdoti come Romero» se la stragrande maggioranza «resistette, trovando nella fede sballottata dalla storia la forza per continuare a credere. Monsignor Romero come martire della fede è stato anche, ed è, un custode della fede e con il suo sangue ha nutrito l'amore per Cristo di milioni di latinoamericani».
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