L'irrigazione dà valore al terreno: 13.500 euro a ettaro di differenza
domenica 17 giugno 2018
L'acqua rende ricca l'agricoltura. Non è un segreto. E non è una constatazione dell'oggi. Un vecchio proverbio della pianura Padana dice: "Fossi e cavedagne benedicon le campagne". È così ancora oggi. Anche tenendo conto dei grandi passi dal punto di vista tecnico e scientifico che sono stati compiuti. Ma della cura delle acque occorre occuparsene con attenzione. Questione di sicurezza del territorio e di economia. Questione troppo spesso dimenticata o quasi.
Per capire il valore dell'acqua, basta guardare ai dati elencati dall'Anbi, l'Associazione dei consorzi di bonifica e irrigazione, che a Torino in coincidenza del Villaggio Coldiretti, ha raccolto tutti gli attori della filiera irrigua attorno al tema del contributo che l'irrigazione può dare all'agricoltura. I conti sono presto fatti. La presenza dell'irrigazione discrimina in modo significativo il valore, introducendo una differenza fra irriguo e non irriguo pari a 13.500 euro ad ettaro. Una cifra di tutto rilievo. In termini percentuali la differenza è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%). Nei seminativi, mediamente, l'incremento di valore riconducibile all'irrigazione è del 27% circa. Il contributo massimo si registra per i suoli a colture specializzate: frutteto (+35%) e orto (+82%). Significativo è pure il contributo fornito al valore dei prati (+48%) che, nel Nord, richiedono elevati volumi d'acqua.
Acqua che crea ricchezza, quindi. Ma che deve essere a sua volta ben gestita. E non solo a causa dei danni che può provocare, ma anche per i risvolti economici che determina. Ed è qui che il nostro Paese deve ancora fare molta strada (pur avendone fatta già tanta). Eppure il percorso che porta alla cura degli invasi, al loro rifacimento, al miglioramento della gestione, al potenziamento dei consorzi irrigui, appare essere l'unico possibile tenendo conto di almeno tre punti fermi sui quali, di fatto, concordano tutti. Prima di tutto proprio l'irrigazione contribuisce in modo significativo al valore agricolo e quindi al reddito di tutte le principali colture praticate in Italia. Poi la constatazione che la possibilità di avere acqua riesce a stabilizzare il reddito che si trae dai campi e quindi a diminuire il rischio economico dell'impresa agricola, aumentandone il ruolo anche come presidio di territorio. Infine, il significato che l'irrigazione ha per la sopravvivenza di una serie di sistemi agricoli, basati sulle colture specializzate, al Nord come al Sud che costituiscono il cuore del nostro agroalimentare, cioè di un comparto dell'economia che muove miliardi di euro e determina milioni di posti di lavoro.
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