L'America di Roth in un'attuale serie tv
venerdì 31 luglio 2020
La storia si può rileggere, ma anche riscrivere. Almeno con la fantasia. È quello che ha fatto lo scrittore statunitense Philip Roth con il suo romanzo Il complotto contro l’America attraverso un’operazione definita ucronia: fantastoria, appunto. Roth, scomparso nel 2018 a 85 anni, ha immaginato un risultato elettorale diverso per le presidenziali statunitensi del 1940: Franklin D. Roosevelt, anziché essere rieletto per il terzo mandato consecutivo, viene sconfitto da Charles Lindbergh, aviatore ed eroe nazionale noto per le sue posizioni razziste e antisemite e le sue simpatie per Hitler. Le immaginabili conseguenze per il popolo americano e in particolare per gli ebrei sono state tradotte ora in immagini nella miniserie televisiva omonima, disponibile su Sky Ondemand e Sky Atlantic che stasera la ripropone a partire dalle 19.30. Il complotto contro l’America in versione tv riscrive la storia degli Stati Uniti attraverso il punto di vista dei Levin, una famiglia ebrea di Newark, nel New Jersey. Con l’elezione di Lindbergh, i Levin si trovano ad affrontare le conseguenze dei violenti e sconvolgenti cambiamenti politici che ne derivano: la casalinga Elizabeth, detta Bess (Zoe Kazan), che teme per il futuro della sua famiglia e cerca di proteggerla in ogni modo, mentre la sorella maggiore, Evelyn (Winona Ryder), inizia a frequentare Lionel Bengelsdorf (John Turturro), un rabbino conservatore possibilista su Lindbergh. Il marito di Bess, Herman (Morgan Spector), convinto antifascista, deve gestire anche i conflitti con suo nipote Alvin, rimasto orfano e preso in casa con sé. Nel frattempo, il figlio più piccolo, Philip, è testimone dell’onda di fanatismo che stravolge l’America e che coinvolge anche suo fratello maggiore, Sandy. Le vicende pubbliche, sia pure lette attraverso il privato di una famiglia, mettono bene in evidenza le ambiguità che portano alle svolte autoritarie e rimandano in qualche modo all’attualità. Per gli autori, infatti, rileggere il romanzo di Roth che ha riscritto il passato nel 2004, ben prima cioè dell’avvento di Trump, è un modo per interpretare il presente e mettere in guardia dai rigurgiti razzisti che inquinano in questo momento gli Stati Uniti.
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