L'alimentare chiede aiuto per fermare la criminalità
domenica 17 gennaio 2021
L'agroalimentare continua a dover fare i conti con la criminalità organizzata. L'accentuazione delle difficoltà economiche dovute alla generalizzata crisi che il Paese sta attraversando, ma anche la ricchezza che comunque l'agroalimentare può raccogliere, fanno di questo ampio comparto un obiettivo importante per mafia, camorra e ‘ndrangheta. Ancora di più in questi ultimi tempi. È stata la Coldiretti, più recentemente, a ricordare la situazione dopo l'operazione dei carabinieri del Ros, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di clan di Cosa Nostra che avrebbero riciclato in bar e pasticcerie del centro storico di Roma ingenti somme di denaro. A conti fatti, la presenza della criminalità organizzata in ristoranti e bar, ma anche supermercati, negozi, trasporti e aziende agricole blocca un valore di 24,5 miliardi. Un tesoro che potrebbe essere restituito alla legalità e che è solo parte di una più ampia realtà sommersa. Coldiretti punta il dito: senza un intervento tempestivo di sostegno alle imprese dell'intera filiera agroalimentare durante colpita dall'emergenza Covid, molte altre aziende potrebbero finire in mani criminali. Non si tratta infatti più delle vecchie forme di banditismo nelle campagne, fatte di furti di bestiame e incendi di fienili; in ballo, qui, sono spesso operazioni che ruotano attorno al riciclaggio di denaro su vasta scala. Le conseguenze sono anche altre. Oltre a soffocare gli imprenditori che vogliono far bene il loro lavoro, la criminalità agroalimentare mette a rischio la salubrità e la sicurezza degli alimenti. Con evidenti risvolti negativi per tutti, oltre che per il commercio agroalimentare mondiale. I prodotti agroalimentari italiani in giro per il mondo, si trovano costretti a fare i conti non solo con le loro imitazioni, ma anche con la concorrenza sleale provocata proprio dalle imprese che lavorano in quest'area oscura del settore. Ma cosa fare di fronte ad un fenomeno che pare non fermarsi? Coldiretti chiede che si tenga «alta la guardia» dei controlli, ma che soprattutto si arrivi presto all'approvazione della riforma del codice dei reati in materia agroalimentare. Le proposte su cui ragionare ci sarebbero già, come quella predisposta dall'Osservatorio Agromafie promosso dai coltivatori diretti. Pare tuttavia che istituzioni e politica siano prese da altri pensieri. E non si tratta solo di tutto ciò che riguarda la pandemia dovuta a Covid-19.
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