L'agricoltura semina: crescono le persone impiegate e le ore di lavoro
domenica 12 giugno 2016
Non pare vero, ma la macchina burocratica agricola funziona. Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha comunicato che l'Agea (l'agenzia che ha il compito di gestire ed effettuare tutti i pagamenti destinati alle imprese agricole da parte delle istituzioni) ha effettuato versamenti di aiuti diretti per circa 1,46 miliardi di euro, con copertura del 90% delle aziende richiedenti. Soldi buoni per investimenti e, quindi, per creare lavoro. Attività quest'ultima nella quale l'agricoltura nazionale pare sia particolarmente efficiente: dagli ultimi dati resi noti, infatti, i posti di lavoro nei campi sono cresciuti ad un ritmo di tutto rispetto.Iniziamo dai soldi. Stando al Ministero, le aziende agricole in queste settimane hanno ricevuto un notevole flusso di erogazioni. E ancora ne riceveranno. Entro fine giugno, dice una nota del Mipaaf, sono già programmati due cicli di pagamento che porteranno al saldo finale di 1,7 miliardi complessivi (il 100% degli importi da corrispondere). Si sta completando l'iter di pagamento, con il coinvolgimento degli organismi pagatori regionali, che entro breve dovranno comunicare i dati necessari ai conteggi propedeutici alla definizione dei versamenti. La macchina burocratica, come si è detto, pare funzionare. Ed è un bene, visto che in questo modo l'Italia sta procedendo rispettando i tempi di erogazione imposti dall'Europa. Certo, è stata osservata più di una criticità e ciò continua ad assillare le aziende. Per questo, la Commissione ha concesso un ulteriore rinvio del termine di scadenza per i pagamenti fissato ora al 15 ottobre.I soldi comunque arrivano e rappresentano risorse utili ad effettuare investimenti e a creare occupazione. Su questo fronte, Coldiretti ha già fatto notare il primato dell'agricoltura. Il settore sarebbe quello che fa segnare il maggior aumento delle ore lavorate con un incremento del 5,8% annuale: il triplo di quello medio fatto registrare per l'intera economia. Sul piano occupazionale, lo scorso anno c'è stato un aumento del 2,2% delle unità di lavoro nel settore agricolo, risultato dall'incremento sia delle unità dipendenti (+2,8%) che di quelle indipendenti (+1,9%). Buona cosa, che ha due significati. Prima di tutto indica la dinamicità del comparto e la sua capacità di crescere, poi l'impegno per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro nonostante le difficoltà che si stanno registrando sul mercato. I coltivatori su questo punto insistono: il mercato agricolo è comunque penalizzante, i compensi riconosciuti agli agricoltori sono in molti casi al di sotto dei costi di produzione.
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