Informazione religiosa: premi e buone notizie
domenica 17 dicembre 2017
Anche se i lavori giornalistici premiati non sono nati per la Rete, e anzi alcuni di essi non è neppure facile rintracciarli con i soliti quattro colpi di clic, mi piace ritornare qui sui vincitori della quarta edizione del Premio De Carli, il “Pulitzer” dell'informazione religiosa italiana, a tre giorni dalla consegna dei riconoscimenti ( tinyurl.com/y8calk4s ). Ho infatti la sensazione che la scelta della giuria abbia ben fotografato quel che di buono ancora fa e può fare il giornalismo religioso, nella molteplicità dei mezzi, dei linguaggi e dei temi sui quali sa impegnarsi. In particolare segnalo le tre percentuali in cui ho visto tre buone notizie.
Il 25% dei premi è andato a lavori usciti su periodici specializzati ovvero tematici, “Credere” e “Mondo e Missione”. Segno che attraverso questi mezzi l'informazione religiosa non ha solo un glorioso passato ma anche un promettente futuro, quando si punta sulla qualità. Solo il 50% dei premi è andato a lavori su Francesco, firmati da Stefania Falasca (“Avvenire”), Alessandra Buzzetti (“Tg5”), Mimmo Muolo (“Avvenire”) e Manuela Tulli (“Ansa”). Dunque la capacità di questo Papa di comunicare in pubblico esalta (i servizi vincenti avevano tagli originali, il che pare impossibile dopo il tanto che si è letto e scritto su di lui, eppure è vero) ma non esaurisce la creatività dei giornalisti quanto ai temi religiosi. C'è spazio per altre storie straordinarie di martirio (Antonello Carvigiani, “Tv2000”) e di conversione (Elisa Bertoli, “Credere”) in contesti di guerra, e ordinarie di missione ad gentes (Ilaria Beretta, “Mondo e Missione”) e di evangelizzazione nell'ambiente secolare (Annamaria Salvemini, “Padre Pio Tv”). Il 75% dei premi è andato a delle giornaliste. Segno di una femminilizzazione che non può che arricchire il racconto di un'istituzione – la Chiesa – dove indiscutibilmente i “quadri” sono rappresentanti da uomini.
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