Il viaggio estremo di “Raz e The Tribe”
mercoledì 13 giugno 2018
Di fronte a qualche scena, un po' di stomaco robusto è necessario. A quel punto si capisce la didascalia iniziale che consiglia la visione a un pubblico adulto e avverte che qualcosa potrebbe urtare la sensibilità del telespettatore. Effettivamente bere sangue di bue allungato con latte di capra non è il massimo. Specialmente se quel sangue viene raccolto fresco (anzi caldo) sparando una freccia da distanza ravvicinata nella giugulare del povero bovino di turno. Oppure vedere le piaghe sulla schiena di donne che offrono il proprio corpo alla frustate degli uomini in segno di devozione e sottomissione. Addirittura si litigano fra di loro per essere colpite più delle altre. Non si tratta ovviamente delle vicine di casa, ma delle appartenenti alla tribù degli Hamar, nella Valle dell'Olmo, in Etiopia, dove vive questo popolo di allevatori dai rituali controversi e per noi inconcepibili. A condividere per una settimana la vita degli Hamar e in particolare la cerimonia del “salto del toro”, con cui i giovani maschi passano dalla giovinezza all'età adulta, è Raz Degan (attore, regista e fotografo israeliano, frequentatore di reality nostrani) protagonista di un viaggio estremo con tre destinazioni (la rammentata Etiopia, Sumatra e lo West Papua) e tre amici e compagni di viaggio (uno per volta): Asia Argento, Piero Pelù e Luca Argentero. Insieme danno vita alla docuserie Raz e The Tribe, in onda il lunedì alle 23.25 su SkyAtlanyicHD. Il viaggio alla scoperta delle ultime tribù indigene del pianeta, dopo gli Hamar, che hanno messo a dura prova Asia Argento, è proseguito lunedì scorso con la rockstar Piero Pelù al seguito di Degan nell'arcipelago di Mentawai, in Indonesia, dove la popolazione coltiva la millenaria tradizione di tatuarsi tutto il corpo (il che vuol dire che non abbiamo inventato nulla). Nella circostanza Pelù se l'è cavata meglio della Argento. Gli è toccata la giungla, ma è stato più fortunato sul fronte delle cose da ingerire. Raz Degan, invece, non indietreggia di fronte a nulla. Del resto è il suo ruolo in questa serie che, al di là del mettere alla prova i soliti noti, serve a far conoscere alcune popolazioni tribali che vivono secondo regole ancestrali, ma che rischiano di scomparire fagocitate dalla globalizzazione. Il bambino di Mentawai con la maglietta del Milan la dice lunga.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: