Il ritorno degli «Stati generali»
sabato 21 maggio 2011
Tornano gli Stati generali dell'agricoltura italiana. Non è una novità riunire tutti gli attori del settore in un momento in cui non si sa dove lo stesso vada a finire, ma l'annuncio del ministro Saverio Romano è di quelli che fa notizia. Almeno si è individuata un'occasione per parlare di programmi e cose da fare. A metà novembre, dunque, tutto il mondo agricolo dovrebbe (il condizionale è d'obbligo), trovarsi a Cremona per discutere del futuro del comparto agricolo e agroalimentare.
Sempre che il tasso di litigiosità politica e agroalimentare non diventi tale da mandare tutto all'aria. C'è già chi, per esempio, si è chiesto perché localizzare una riunione così importante a Cremona e non da qualche altra parte, ad esempio a Mantova come, sembra, lo stesso ministro aveva promesso qualche settimana fa. Mentre altri hanno già bollato la proposta del governo come semplice strategia elettorale. Occorrerà poi vedere se tutte le forze agricole e della filiera alimentare riusciranno ad arrivare ad una sintesi efficace.
Intanto è necessario stare a vedere i buoni propositi, sperando che si concretizzino in qualcosa di definito. «In fatto di agricoltura " dice Romano " la voce del Paese deve essere una soltanto, sebbene nel rispetto delle funzioni e delle prerogative delle varie istituzioni». Più in generale, per il ministro «la riscrittura della politica agricola comune non può che passare dagli Stati Generali dell'Agricoltura che dovranno portare ad una proposta nazionale, solidale e condivisa». Dietro alle dichiarazioni di principio c'è anche dell'altro. L'Italia, infatti, troppe volte ha dovuto rimandare al mittente " cioè a Bruxelles " fondi destinati al settore ma non spesi per mancanza di programmi oppure per l'effetto perverso della burocrazia nostrana. In altre occasioni, invece, siamo stati pesantemente multati per avere usato malamente le risorse finanziarie a nostra disposizione. Per questo, lo stesso Romano parla di «colpa grave che di certo non contribuisce ad un rafforzamento di credibilità e autorevolezza del nostro Paese in sede europea».
In attesa degli Stati generali, l'agricoltura dimostra comunque di avere ancora buone capacità produttive. Secondo Coldiretti all'aumento di fatturato dell'industria a marzo indicato dall'Istat, si affianca un «significativo aumento» anche in agricoltura: un risultato che compensa la ripresa dei costi e consente al settore di realizzare una crescita del valore aggiunto nel primo trimestre del 2011. L'aumento del valore aggiunto agricolo sarebbe il risultato di un recupero sul lato dei prezzi dopo i crolli degli anni precedenti e di una sostanziale tenuta della produzione. Certo, non è una tendenza consolidata, ma un segno di cui tenere conto e da consolidare visto che continua il forte aumento dei costi di produzione (a marzo aumentati del 5,3% con punte del 7,6 per i carburanti e del 18,2 per i mangimi).
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