Il Papa di Sorrentino, «giovane» e irriverente
martedì 1 novembre 2016
Del “giovane Papa” di Paolo Sorrentino (The Young Pope in onda il venerdì su Sky Atlantic) ha già scritto Angela Calvini all'indomani dell'impropria presentazione delle prime puntate alla Mostra del cinema di Venezia. Adesso, dopo altre puntate in tv, ci torniamo ricordando che Sorrentino racconta la storia di un fantomatico Pio XIII, al secolo Lenny Belardo, primo pontefice americano, salito al soglio di Pietro grazie soprattutto alle manovre di un cinico Segreatrio di Stato, il cardinale Voiello. L'elezione di un Papa giovane e affascinante (di cui non si risparmia nemmeno un nudo di spalle) sembrerebbe il risultato di una strategia mediatica semplice ed efficace. Ma il cardinale Belardo, una volta divenuto Pio XIII, si rivela meno docile del previsto: appare misterioso e contraddittorio, ironico e pedante, antico e moderno, molto spesso insofferente, irascibile e vendicativo. Lui stesso si definisce «una contraddizione così come Dio è uno e trino e come l'uomo è buono e cattivo». A un certo punto afferma pure di non credere in Dio anche se poi si riprende: «Stavo scherzando». Si erge a Padreterno, controlla e decide tutto lui. Arriva persino a farsi raccontare dal penitenziere della Santa Sede le confessioni dei cardinali imponendo la violazione del segreto sacramentale. Ma al regista interessano ben poco le questioni religiose: gli interessa descrivere come secondo lui si gestisce e si manipola quotidianamente il potere in uno Stato che ha come imperativo morale la rinuncia al potere e l'amore disinteressato verso il prossimo. Molte le scene forti (come il sogno in cui Pio XIII esorta i fedeli a masturbarsi e inseguire la libertà senza sensi di colpa) a conferma di un intento provocatorio e irriverente, di una spinta sulla satira anticlericale, che almeno per il momento, non affonda il colpo definitivo. Resta da capire perché il perfido cardinal Voiello accudisca un ragazzo handicappato: c'è qualcosa di positivo anche negli uomini di Chiesa più avvezzi al potere o c'è dell'altro? Questo è anche il vantaggio delle serie tv, che possono avere sviluppi imprevisti. Intanto The Young Pope appare sempre più verbosa e meno spettacolare, nonostante le citazioni felliniane e l'impegno economico da kolossal, mentre continua a proporci un'immagine del papato agli antipodi di quello attuale e sicuramente anche di quello futuro.
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