Il nostro bisogno di protezione e quelle calamite sul cruscotto
venerdì 30 ottobre 2020
Tra le molte firme che stanno modificando il bouquet del blog collettivo "Vino Nuovo" c'è quella di Lella Ginocchio. È di Genova ed è attiva nel Centro giovanile Arecco, «comunità di gesuiti e religiose, laici e laiche che desiderano vivere secondo il Vangelo» in stile ignaziano. Non trovo sui social nessun suo profilo personale, ma in compenso ha inanellato su "Vino Nuovo", da fine luglio in qua, sei post molto intensi, capaci di spaziare tra la lode di san Francesco al mare e una preghiera di Bruce Springsteen sulla forza dei legami, tra un «giovane delle bottiglie» che canta accovacciato sulle scale di una chiesa e il legno d'ulivo che scricchiola sotto il suo pirografo. L'ultimo di questi post ( bit.ly/2HFdAs9 ) ha un titolo, purtroppo, attuale, «Rosari e mascherine», e in ciò rimanda alla rapida rimonta compiuta dalla pandemia nella classifica di ciò che ci appesantisce lo spirito. Ma quello su cui riflette è, più ampiamente, «il bisogno di protezione» manifestato all'interno delle nostre auto. Il loro abitacolo, scrive, è uno di quei luoghi, posti «negli angoli più strani delle proprie vite», nei quali «i simboli religiosi sono aiuto, occasione di preghiera, rispetto, ricordo e testimonianza».
Dunque, osservando un'auto parcheggiata accanto alla sua le pare che la mascherina appesa allo specchietto retrovisore, dove pure resiste anche un rosario, simboleggi la «fragilità delle nostre paure» e il «non saperle mettere nelle Mani giuste», non saperci affidare. Lo stesso sentimento, negli anni Sessanta, spingeva ogni padre di famiglia ad attaccare sul cruscotto «le calamite-feticcio con relativa foto del suo bambino che lo ammoniva con un "Papà non correre", che andava sempre in coppia con l'immagine di San Cristoforo, protettore degli automobilisti». Pur divenuta adulta nella fede non riesce, l'autrice, a nascondere la nostalgia per quel tempo in cui ciascuno di noi, bambino, ha pensato di poter contribuire a proteggere il papà, almeno quando guidava.
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