Il lamento mutato in danza: un’immagine virale e biblica
venerdì 10 marzo 2023
Questa volta il funerale si è fatto “spettacolo” senza che nessuno si sia dedicato alla regia e alla sceneggiatura. Sto parlando dei due video (meno di tre minuti complessivi; “Rainews” li riproduce entrambi bit.ly/3mGFA3e) che mostrano Stéphane Voirin ballare da solo, sulle note di uno swing, davanti al feretro della moglie Agnés Lassalle, sul sagrato di una chiesa, presto contornato da una dozzina di coppie. Vista la quantità di citazioni ottenute inizialmente in Francia (il fatto è accaduto il 3 marzo a Biarritz) e successivamente anche altrove, tanto sui siti dei grandi media, quanto sui profili social personali di chi se ne è sentito toccato, mi è impossibile contare le visualizzazioni complessivamente ottenute da queste immagini; ma stimandole ben oltre il milione credo di non esagerare. Né la defunta né il vedovo sono personaggi famosi, anche se la morte violenta di lei (53 anni, insegnante, il 22 febbraio uno studente con problemi psichiatrici l’ha pugnalata in classe) ha fatto notizia. Il marito, in un’intervista uscita ieri sul “Corriere della Sera” (bit.ly/3JrlXEZ), a Stefano Montefiori che gli chiede se si immaginava che il suo gesto toccasse così tante persone risponde: «Non so come sia successo, forse i social media, era una cerimonia intima ed eravamo in pochi, credevo davvero che restasse tra noi». E poi prosegue descrivendo quella danza e il consenso che ha ricevuto alla luce del forte legame, vissuto anche nel ballo, tra lui e la moglie: «Le persone hanno capito che il mio è stato come un grido del cuore, l’amore di un uomo che ha perduto la donna che amava. È molto semplice, drammatico e semplice». Anche se il funerale si è svolto in chiesa, non sappiamo in che misura questo amore sia stato nutrito nella fede cristiana. Ma certo la danza del marito “in mortem” lo dipinge come indissolubile. Forse, allora, possiamo permetterci di leggerla in una prospettiva escatologica. Il quotidiano francese “La Croix” lo ha fatto mettendo come didascalia delle immagini un versetto del libro di Qoèlet (3,4): «Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare» (bit.ly/3JpxogG). C’è un salmo (30,12) che va ancora oltre: «Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l'abito di sacco, mi hai rivestito di gioia». © riproduzione riservata
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