Iacona questa volta manca la “Presa”
mercoledì 21 febbraio 2024
Ogni ritorno di Riccardo Iacona con il suo Presa diretta (il lunedì in
prima serata su Rai 3) lo salutiamo generalmente con favore. Ne scriviamo dal 2016. Abbiamo dedicato al programma almeno una dozzina di recensioni. Il più delle volte riconoscendo al noto giornalista di essere rimasto, con il suo bel gruppo di giovani inviati, uno dei pochi in televisione a fare approfondimento giornalistico con inchieste sul campo nel bel mezzo di un’informazione ormai sanremizzata. Decisamente interessante, almeno sulla carta, anche il tema principale scelto per la ripresa della nuova stagione: la crisi della democrazia in Europa, con servizi dall’Ungheria e dalla Polonia, Paesi in cui la «democrazia è stata trasformata in autocrazia al pari di Russia e Cina». Se non fosse che, nel raccontare la «Democrazia sotto attacco» come recita il titolo della puntata, si è parlato di sovranismo, di lotta all’immigrazione, di detenzioni inumane, ma in modo particolare ci si è concentrati sui diritti civili: dalla questione dei genitori dello stesso sesso all’interruzione volontaria della gravidanza. E proprio sull’aborto è stato fatto il principale parallelo di Ungheria e Polonia con l’Italia parlando di «Crociata delle associazioni antiabortiste cattoliche» o definendo «strumento molto utile» la pillola per l’aborto farmacologico, ma soprattutto mettendo in negativo, di fatto, anche alcune iniziative del Movimento per la vita come «La stanza dell’ascolto» o i centri che aiutano le mamme anche in termini concreti rimborsando visite mediche, bollette o rate di mutuo. Crediamo che queste iniziative non meritino di essere tacciate di limite alla libertà personale o anche solo di essere definite di destra. La difesa della vita, quella del bambino nel grembo della madre come quella dell’immigrato in mare o dell’operaio al lavoro in un cantiere, non ha colori politici. © riproduzione riservata
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